INDICE
PREFAZIONE
CAPITOLO I: L’INIZIO EMERGENZA E LE CRITICITÀ
- 1.1 Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale
- 1.1.1 Le fonti di finanziamento del fabbisogno sanitario
- 1.1.2 I riparti del fabbisogno (assegnazione alle Regioni e alle Aziende)
- 1.1.2 Gli importi del finanziamento e il trend
- 1.1.3 Fondi per eventuali emergenze sanitarie?
- 1.2 Le strutture di ricovero e cura
- 1.2.1 La riduzione di ospedali e posti letto negli ultimi 10 anni
- 1.2.2 La riduzione del personale sanitario negli ultimi 10 anni
- 1.3 Le prime linee di difesa dell’attività sanitaria ad inizio pandemia
- 1.3.1 Un’opportunità di distanziamento fisico: la telemedicina
- 1.3.2 Il livello nazionale di telemedicina
- 1.3.3 La Telemedicina
- 1.3.4 I principali benefici della telemedicina
- 1.4 La carenza di disponibilità dpi e presidi per la ventilazione assistita
CAPITOLO II: I RIMEDI DELLE ISTITUZIONI E NON SOLO, ALLE CRITICITÀ
- 2.1 I finanziamenti a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale e le raccolte fondi
- 2.1.1 Le raccolte fondi nazionali ed internazionali
- 2.1.2 Le Regioni si mobilitano per raccogliere fondi: il caso della Regione Campania
- 2.1.3 Raccolta fondi locale: il caso dell’A.O.U. S. Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno
- 2.2 Potenziamento personale e strutture sanitarie
- 2.2.1 Incremento personale sanitario
- 2.2.2 Bandi e manifestazione di interesse
- 2.2.3 Ampliamento e potenziamento delle strutture sanitarie
- 2.2.4 Strutture mobili, ospedali da campo e volontariato
- 2.3 Il lavoro a distanza
- 2.3.1 Le misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19
- 2.3.2 Pubblicazione INAIL 2020: “Lavoro agile in situazioni emergenziali. Applicazione di un modello “ibrido” tra lavoro agile e telelavoro”
- 2.3.3 La medicina a distanza, ma accanto al paziente
- 2.3.4 La fisioterapia a distanza
- 2.3.5 Le teleconsulenze fisioterapiche
- 2.4 L’impegno per la produzione di dpi e presidi per ventilazione assistita
- 2.4.1 Le aziende riconvertono le produzioni
- 2.4.2 L’ingegno in emergenza
CAPITOLO III: LE POSSIBILI SOLUZIONI PER IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
- 3.1 Un valore aggiunto alle finanze della sanità: La Fondazione ONLUS
- 3.1.1 Il caso della fondazione dell’ospedale pediatrico Anna Meyer – O.N.L.U.S.
- 3.1.2 Lo statuto della Fondazione Meyer
- 3.1.3 La missione
- 3.1.4 La raccolta fondi e bilancio 2019
- 3.1.5 Vantaggi e svantagi di una fondazione
- 3.2 Le possibili soluzioni per il potenziamento del personale e delle strutture sanitarie in situazioni di emergenza
- 3.2.1 I modelli dei corpi “ausiliari” e “riserva selezionata” delle Forze Armate
- 3.2.2 Il Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana
- 3.2.3 Una possibile soluzione per incrementare il personale sanitario
- 3.2.4 Una possibile soluzione per ampliare e potenziare le strutture sanitarie
- 3.3 Una possibile soluzione al distanziamento fisico nell’assistenza sanitaria
- 3.3.1 progetto teleassistenza 2020 reparto A.B.A. della Fondazione Peppino Scoppa O.N.L.U.S.
- 3.3.2 La mia esperienza nella fisioterapia a distanza
- 3.4 La possibile soluzione per l’autosufficienza nella produzione di DPI e presidi per ventilazione
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
INDICE DELLE FIGURE
PREFAZIONE
In questo periodo storico di Pandemia abbiamo osservato, in maniera graduale, la risposta fornita dal nostro Sistema Sanitario allo Stato Emergenziale.
Si è passati da una situazione di relativa normalità ad una risposta continua alle nuove sfide che il coronavirus ha posto, sia a livello istituzionale che sociale. I tagli effettuati nella Sanità Pubblica hanno indotto il Sistema, in fase emergenziale, a fronteggiare diverse carenze: dell’organico sanitario in generale, dei posti letto, dei presidi sanitari e DPI, della reperibilità di fondi. Vi sono modelli in Italia che potrebbero essere riprodotti in sanità, sopperendo in maniera più celere a tali bisogni. Vedesi la Riserva Selezionata o i Corpi Sanitari Ausiliari delle Forze Armate, le Fondazioni, già presenti in alcune realtà ospedaliere, settori industriali strategici, il volontariato e Terzo Settore. Le istituzioni hanno dato continue soluzioni, ma in realtà si poteva fare qualcosa in più?
Questo elaborato vuole stimolare nella ricerca di probabili soluzioni che possano aggiungersi a quelle già intraprese.
INTRODUZIONE
Il 31 dicembre 2019 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si accingeva ad esporre il consueto messaggio di fine anno. Un messaggio che toccava vari punti cruciali per il nostro paese, che lì a poco avremmo sentito ancora più nostri per qualcosa che avrebbe sconvolto la vita, le abitudini e le sorti degli italiani e del mondo intero. “Pensiamo insieme al domani. Coesione, ridurre il divario Nord-Sud”. Così recitava il Presidente. “È importante sviluppare una cultura della responsabilità che riguarda tutti: dalle formazioni politiche, ai singoli cittadini, alle imprese, alle formazioni intermedie. La cultura della responsabilità costituisce il più forte presidio di libertà e di difesa dei principi, su cui si fonda la Repubblica. Questo comune sentire della società -quando si esprime- si riflette sulle istituzioni per infondervi costantemente un autentico spirito repubblicano”1.
“Il lavoro che manca per tanti, anzitutto. Forti disuguaglianze. Alcune gravi crisi aziendali. L’esigenza di rilanciare il nostro sistema produttivo. Ma abbiamo ampie possibilità per affrontare e risolvere questi problemi. E per svolgere inoltre un ruolo incisivo nella nostra Europa e nella intera comunità internazionale”2.
Le nuove generazioni hanno “chiara la percezione che i mutamenti climatici sono questione serissima che non tollera ulteriori rinvii nel farvi fronte. Le scelte ambientali non sono soltanto una indispensabile difesa della natura nell’interesse delle generazioni future ma rappresentano anche un’opportunità importante di sviluppo, di creazione di posti di lavoro, di connessione tra la ricerca scientifica e l’industria”3.
“Favoriamo il formarsi di nuove famiglie. Dobbiamo riporre fiducia nelle famiglie italiane. Su di esse grava il peso maggiore degli squilibri sociali. Hanno affrontato i momenti più duri, superandoli. Spesso con sacrificio”4.
“Saluto Luca Parmitano - il primo astronauta italiano al comando della stazione spaziale internazionale – impegnato nella frontiera avanzata della ricerca nello spazio, in cui l’Italia è tra i principali protagonisti. Da lassù, da quella navicella –come mi ha detto quando ci siamo collegati – avverte quanto appaiono incomprensibili e dissennate le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto. E mi ha trasmesso un messaggio che faccio mio: la speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere. È questo l’augurio che rivolgo a tutti voi”5. Tutto questo è stato il preludio di un futuro, da lì a poco, imprevisto ed imprevedibile, ma che avrebbe interessato i punti enunciati nel discorso di fine anno del Capo dello Stato.
L’economia nazionale, ma non solo, ha subito inevitabilmente un fermo per mezzo del blocco delle attività umane per limitare la diffusione del virus e dare modo al Sistema Sanitario di potersi organizzare. Il clima e l’ambiente hanno tratto beneficio dal Lockdown. Le famiglie, costrette a rimanere chiuse nei propri ambienti domestici, hanno subito profonde crisi finanziarie, e non solo. E il diffondersi della Pandemia ha dimostrato che realmente viviamo in un mondo piccolo e raccolto, dove è facile passare da un apparente equilibrio stabile ad una repentina instabilità globale.
Ma molto prima che il nostro Presidente potesse esporre il discorso di fine anno, qualcosa era già avvenuto nella lontana Cina.
Secondo uno studio retrospettivo6 pubblicato su The Lancet il 24 gennaio 2020, il primo caso di COVID-19 confermato in laboratorio a Wuhan, in Cina, era un uomo i cui sintomi erano iniziati il 1° dicembre 2019. Chaolin Huang e colleghi pubblicano i primi dati clinici di individui confermati infetti da 2019-nCoV in Wuhan, Cina e forniscono risultati completi per i primi 41 casi confermati in laboratorio. 27 di questi 41 casi avevano un’esposizione diretta al mercato ittico di Wuhan, che si ritiene sia il sito iniziale dell’infezione da una fonte animale7. Inoltre, nel report gli studiosi hanno messo in luce come 13 dei 41 casi successivi non abbiano avuto alcun contatto con il mercato di Wuhan, escludendo anche che vi siano stati “legami epidemiologici fra il primo paziente e gli altri casi”8. Tutti avevano la polmonite virale. La gravità della malattia preoccupa: quasi un terzo dei pazienti ha sviluppato una sindrome da stress respiratorio acuto che richiede terapia intensiva; 6 i pazienti deceduti; 5 avevano un danno cardiaco acuto9.
In un secondo articolo10, sempre pubblicato su The Lancet il 24 gennaio, Jasper Fuk-Woo e colleghi riportano i dati clinici e microbiologici di una famiglia di 6 persone che ha viaggiato a Wuhan, i cui membri successivamente si sono presentati con i sintomi della polmonite all’ospedale di Shenzhen nella provincia del Guangdong. Lo studio evidenzia la trasmissione da persona a persona e la diffusione tra città del nuovo coronavirus.
Il 30 dicembre 2019 Li Wenliang, un oculista di 34 anni di Wuhan, pubblica un messaggio sul gruppo WeChat che avvisa i colleghi medici della presenza di una nuova malattia da coronavirus nel suo ospedale. Scrive che sette pazienti hanno sintomi simili alla SARS e sono in quarantena. Li Wenliang chiede ai suoi amici di informare i loro famigliari e consiglia ai colleghi di indossare dispositivi di protezione individuale. Il 3 gennaio 2020 viene convocato in un ufficio locale di pubblica sicurezza per “aver diffuso false informazioni” ed è costretto a firmare un documento in cui ammette di aver fatto “commenti falsi” e “perturbato l’ordine sociale”. Inoltre firma una dichiarazione in cui si impegna a non discutere ulteriormente della malattia. Il 14 gennaio Li è ricoverato in ospedale con i primi sintomi e il 30 gennaio risulta positivo al test. Morirà il 6 febbraio, provocando un’esplosione di rabbia, di dolore e di richieste di libertà di parola11.
Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi informano l’Organizzazione Mondiale della Sanità che nella metropoli si è verificata una serie di casi di simil polmonite, la cui causa è però sconosciuta: il virus non corrisponde a nessun altro noto, si comincia ad indagare sull’origine della malattia12.
L’epicentro della diffusione del virus sconosciuto viene individuata nel mercato del pesce di Huanan, a Wuhan, dove negli stessi spazi si mescolano persone e animale, anche selvatici, vivi e morti, in scarse condizioni igieniche. Dal primo gennaio il mercato viene chiuso13.
Il 7 gennaio le autorità cinesi confermano di aver identificato un nuovo tipo di virus, precisamente un coronavirus, la stessa famiglia di
Successivamente, a metà febbraio, la rivista del Partito comunista cinese scriverà che Xi Jinping proprio dal 7 gennaio era a conoscenza dell’emergenza coronavirus e che proprio da quel giorno il presidente iniziò a dare istruzioni sulle misure da adottare. Il primo intervento di Xi però è datato solo 20 gennaio. Questo dette inizio alla polemica dei 13 giorni di “silenzio”15.
L’11 gennaio viene confermata la prima vittima del coronavirus: si tratta di un uomo di 61 anni, morto di polmonite. A quel punto sono una quarantina i contagi nel Paese, secondo le cifre diffuse dalla Cina16.
Il 13 gennaio il coronavirus provoca il primo decesso fuori dalla Cina: in Thailandia muore una donna cinese che era appena tornata da Wuhan17.
Il coronavirus fa il suo ingresso in altri Paesi vicini: casi di contagio vengono confermati, oltre che in Thailandia, anche in Corea del Sud, Giappone e Australia. Il 21 gennaio le autorità sanitarie statunitensi confermano il primo caso negli USA: si tratta di un trentenne ricoverato a Everett, nello stato di Washington. Anche lui tornato da Wuhan18.
Il 30 gennaio l’OMS dichiara il coronavirus un’Emergenza Sanitaria Globale. Nessuna restrizione, però, viene indicata sui viaggi19.
Tra il 21 e il 22 febbraio si registrano i primi contagi in Italia legati al Covid19. L’emergenza investe anche il nostro paese con i focolai maggiori nel Lodigiano ed in Veneto. Il Consiglio dei Ministri nella serata tra il 22 e il 23 febbraio vara un decreto per contrastare la trasmissione del coronavirus20.
L’11 marzo l’OMS dichiara che quella di Sars-CoV-2 è una pandemia. “Nelle ultime 2 settimane il numero dei paesi fuori dalla Cina che sono stati colpiti dal coronavirus è triplicato”, commenta il direttore generale dell’OMS. “Sono oltre 165 i paesi nel mondo dove si registrano contagi”21.
- Palazzo del Quirinale 31/12/2019. Messaggio di fine anno del Presidente Mattarella. https://www.quirinale.it/elementi/42666
- ibid
- ibid
- ibid
- ibid
- Prof.Chaolin Huang,MD,Yeming Wang,MD,Prof.Xingwang “Li,MD,et al. Clinical features of patients infected with 2019 novel coronavirus in Wuhan China”. The Lancet, volume 395,issue 10223, p497-506, February 15,2020.;
- www.nbst.it/637-novel-nuovo-coronavirus-2019-ncov-lancet-resource-centre-covid-19-aggiornamento.html;
- https://www.open.online/2020/01/27/coronavirus-nuove-ombre-sullorigine-del-virus-the-lancet- primo-caso-non-e-stato-al-mercato-di-wuhan/;
- Prof.Chaolin Huang,MD, Yeming Wang,MD, Prof.Xingwang “Li,MD,et al. Clinical features of patients infected with 2019 novel coronavirus in Wuhan China”. The Lancet, volume 395,issue 10223, p497-506, February 15,2020.;
- Jasper Fuk-Woo Chan,MD,Shoufeng Yuan,PhD,Kin-Hang Kok,PhD, et al. “A familiar cluster of pneumonia associated with the 2019 novel coronavirus indicating person-to-person transmission:a study of a family cluster”.The Lancet,volume 395,issue 10223,p514-523,February 15,2020;
- https://covidreference.com/timeline_it;
- https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/coronavirus-cina-tappe#25; cui fanno parte, tra gli altri, l’influenza, la Sars e la Mers. Il nuovo coronavirus viene rinominato “2019-nCoV”14.
- ibid;
- ibid;
- ibid;
- ibid;
- ibid;
- ibid;
- ibid;
- ibid;
- Discorso di apertura del Direttore generale dell'OMS al briefing per i media su COVID-19 - 11 marzo 2020. https://www.who.int/dg/speeches/detail/who-director-general-s-opening-remarks-at- the-media-briefing-on-covid-19---11-march-2020
CAPITOLO I:
L’INIZIO EMERGENZA E LE CRITICITÀ
Con questo capitolo si vuole descrivere in che modo il nostro paese sia arrivato ad affrontare lo stato emergenziale da Covid-19, rilevando le criticità del Sistema Italia. I dati riportati sono da riferirsi al periodo antecedente la pandemia.
1.1 Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale22
La legge statale (delibera 20 dicembre 2019)23 determina annualmente il fabbisogno sanitario, ossia il livello complessivo delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) al cui finanziamento concorre lo Stato.
1.1.1 Le fonti di finanziamento del fabbisogno sanitario24
Il fabbisogno sanitario nella sua componente “indistinta” (c’è poi una quota ‘vincolata’ al perseguimento di determinati obiettivi sanitari), è finanziato dalle seguenti fonti:
Entrate proprie delle aziende del Servizio Sanitario Nazionale (ticket e ricavi derivanti dall’attività intramoenia dei propri dipendenti), in un rapporto definito e cristallizzato in seguito ad un’intesa fra lo Stato e le Regioni;
Fiscalità generale delle Regioni: imposta regionale sulle attività
produttive – IRAP (nella componente di gettito destinata al
22DELIBERA 20 dicembre 2019
Fondo sanitario nazionale 2019 - Ripartizione tra le regioni della quota destinata al finanziamento
di parte corrente degli oneri relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG). (Delibera n. 86/2019). (GU Serie Generale n.91 del 06-04-2020) www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4752&area=programmazioneSanitari aLea&menu=dati;
23Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale - Roma, 28 marzo 2020, anno161°,
numero 82, pag. 27 - 30;
24www.salute.gov.it, op. cit.;
finanziamento della Sanità), e addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche – IRPEF. Entrambe le imposte sono quantificate nella misura dei gettiti determinati dall’applicazione delle aliquote base nazionali, quindi non tenendo conto dei maggiori gettiti derivanti dalle manovre fiscali regionali eventualmente attivati dalle singole Regioni;
Compartecipazione delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano: tali enti compartecipano al finanziamento sanitario fino a concorrenza del fabbisogno non soddisfatto dalle fonti descritte nei punti precedenti, tranne la Regione siciliana, per la quale l’aliquota di compartecipazione è fissata dal 2009 nella misura del 49,11% del suo fabbisogno sanitario (Legge 296/2006 art. 1, comma 830)25;
Bilancio dello Stato: esso finanzia il fabbisogno sanitario non coperto dalle altre fonti di finanziamento essenzialmente attraverso la compartecipazione all’imposta sul valore aggiunto – IVA (destinata alle regioni a statuto ordinario), le accise sui carburanti e attraverso il Fondo Sanitario Nazionale (una quota è destinata alla Regione Sicilia, mentre il resto complessivamente finanzia anche altre spese sanitarie vincolate a determinati obiettivi).
Per ogni esercizio finanziario, in relazione al livello del finanziamento del SSN stabilito per l’anno di riferimento, al livello delle entrate proprie, ai gettiti fiscali attesi e, per la Regione siciliana, al livello della compartecipazione regionale al finanziamento, è determinato, a
saldo, il finanziamento a carico del bilancio statale nelle due
25Legge 27 dicembre 2006, n. 296 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 299 del 27 dicembre 2006 - Supplemento ordinario n. 244 https://www.camera.it/parlam/leggi/06296l.htm
componenti della compartecipazione IVA e Fondo Sanitario
Nazionale.
1.1.2 I riparti del fabbisogno (assegnazione alle Regioni e alle
Aziende)
La composizione del finanziamento del SSN è evidenziata nei cosiddetti “riparti” (assegnazione del fabbisogno alle singole Regioni ed individuazione delle fonti di finanziamento) proposti dal Ministero della Salute sui quali si raggiunge un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e che sono poi recepiti con propria delibera dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – CIPE. La Conferenza Stato-Regioni, per il 2019, ha espresso intesa in sede tecnica su 4 riparti le disponibilità finanziarie per il servizio Sanitario Nazionale, le quote vincolate alla realizzazione degli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale, le quote premiali, le risorse vincolate, per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale.26
Il finanziamento del SSN 201927 è pari a 114.474,00milioni di euro,
ridotti però di 164 milioni e 500 milioni per il finanziamento rispettivamente del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto dei medicinali innovativi e del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto dei medicinali oncologici innovativi. Somme che saranno ripartite secondo le modalità previste dal decreto 16 febbraio 2018 dei ministri della Salute e dell’Economia. Quindi il riparto 2019 si assesta su 113.810,00 milioni di euro di cui 111.079,47 milioni di fondo indistinto (in cui sono compresi 50 milioni per la cura della dipendenza dal gioco d’azzardo,
69 milioni per il rinnovo delle convenzioni, 200 milioni i lavoratori
26Conferenza Stato-Regioni anno 2019. http://www.statoregioni.it/it/conferenza-stato-regioni/sedute-2019/seduta-del-
06062019/atti/repertorio-atto-n-88csr/
extracomunitari, 186 milioni per il concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto di vaccini, 150 milioni per il concorso al rimborso alle regioni per i processi di assunzione e stabilizzazione del personale del SSN, 25 milioni per la trasmissione telematica dei certificati medici) e
1.814,72 milioni di quote vincolate e programmate (629,63 milioni vincolati per altri enti e 286,18 milioni accantonati per il contributo a vari enti).
Ai LEA quindi vanno 111.490,27 milioni, ripartiti dopo aver calcolato il costo medio pro-capite, per i singoli livelli di assistenza, tra le regioni benchmark, rapportato alla popolazione pesata a gennaio 2018 calcolata utilizzando i pesi del riparto del FSN 2011 e 2017, prevedendo che la quota percentuale assicurata alla migliore regione di riferimento non può essere inferiore alla quota percentuale già assegnata alla stessa l’anno precedente, al netto delle variazioni di popolazione.
Per quanto riguarda gli obiettivi di piano28, il riparto è di 1500,00 milioni, ridotto a 1.087,916 milioni al netto di 2 milioni per il Centro Nazionale trapianti, 336 milioni per la costituzione del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto dei medicinali innovativi e 76,084 milioni per quote accantonate per particolari finalità.
Alle quote premiali29 vanno 286,185 milioni che vanno alle Regioni che istituiscano una Centrale regionale per gli acquisti e l’aggiudicazione di procedure di gara per l’approvvigionamento di beni e servizi per un volume annuo non inferiore a un importo determinato e a quelle che introducono misure per garantire, in materia di equilibrio di bilancio, la piena applicazione per gli erogatori
pubblici per il pareggio di bilancio di ospedali e aziende ospedaliere
28ibid;
come previsto dal Dlgs 502/1992.L’accertamento delle condizioni per l’accesso regionale alle predette forme premiali è effettuato nell’ambito del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali.
Figura 1. Quote premiali30.
30ibid;
Accordo ai sensi dell’articolo 1, commi 34 e 34 bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulla proposta del Ministero della salute di linee progettuali per l’utilizzo da parte delle Regioni delle risorse vincolate, per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2019.
Per le quote vincolate31 si tratta in tutto di 311,72 milioni di cui 40 sono per indennità di abbattimento animali, 48,74 per le borse di studio ai medici di medicina generale, 6,68 per le attività di medicina penitenziaria, 165,42 per la medicina penitenziaria e 53,88 per il superamento degli OPG. Le Regioni assegnano, in base a diversi parametri, le risorse finanziarie alle aziende, che le impiegano per garantire ai cittadini l’erogazione delle prestazioni di loro competenza previste dai Livelli Essenziali di Assistenza. L’assegnazione delle risorse alle aziende tiene conto della mobilità passiva (cioè i residenti che si curano in strutture di altre aziende sanitarie o regioni) e della mobilità attiva (nel caso siano state curate persone provenienti dall’esterno dell’azienda). Le aziende vengono inoltre finanziate dalla Regione sulla base delle prestazioni erogate in regime di ricovero (attraverso il costo previsto dai DRG) oppure negli ambulatori (attraverso il tariffario delle prestazioni specialistiche e diagnostiche). Le manovre finanziarie del Governo apportano le modifiche ai livelli
di finanziamento a carico dello Stato32.
31ibid;
32www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4752&area=programmazioneSanita riaLea&manu=dati;
1.1.2 Gli importi del finanziamento e il trend33
Di seguito vengono riportati gli importi finali del finanziamento per gli anni 2011-2019, intesi come risultato dello stanziamento iniziale al netto di tutte le manovre intervenute successivamente.
Anno |
Importo finanziamento (€ mld.) |
2011 |
106,905 |
2012 |
107,961 |
2013 |
107,004 |
2014 |
109,902 |
2015 |
109,715 |
2016 |
111,002 |
2017 |
112,577 |
2018 |
113,404 |
2019 |
114,474 |
Figura 2. Finanziamento del SSN a carico dello Stato34.
Nel seguente grafico viene illustrato il trend del finanziamento nel periodo 2001-2019.
Figura 3. Finanziamento corrente a carico dello Stato, 2001-2019. Valori in miliardi di euro35.
33ibid;
34ibid;
Nella figura36 viene illustrato l’andamento del finanziamento dal 2001 al 2019. Il trend è crescente. In miliardi di euro, il finanziamento ammonta a:
71,3 nel 2001
75,7 nel 2002
80,6 nel 2003
82,4 nel 2004
93,2 nel 2005 e nel 2006
97,6 nel 2007
101,6 nel 2008
104,2 nel 2009
105,6 nel 2010
106,9 nel 2011
108,0 nel 2012
107,0 nel 2013
109,9 nel 2014
109,7 nel 2015
111,0 nel 2016
112,6 nel 2017
113,4 nel 2018
114,5 nel 2019
1.1.3 Fondi per eventuali emergenze sanitarie?
La Delibera n. 82 del 20 dicembre 2019, pubblicata in Gazzetta
Ufficiale del 28 marzo 202037, delinea il Fondo sanitario nazionale
35ibid;
36ibid;
37DELIBERA 20 dicembre 2019
con il riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio Sanitario Nazionale, senza menzionare alcuna voce destinata a stati di emergenza. Il nostro paese, nel corso dell’ultimo secolo, ha dovuto fronteggiare problemi di natura socio-sanitaria derivante da fattori interni, correlati al rischio idrogeologico e sismico, e fattori esterni, come pandemie ed epidemie.
L’Italia è un paese altamente sismico. A causa della sua posizione lungo il margine fra due placche tettoniche che collidono, quella Eurasiatica e quella Africana, ogni pochi anni si verifica sul territorio italiano un forte terremoto capace di creare danni e vittime. Negli ultimi 50 anni si sono registrati i seguenti eventi sismici:
14 maggio 1968, terremoto nel Belice;
1976, i terremoti di maggio e settembre nel Friuli;
23 novembre 1980, terremoto in Irpinia;
7 maggio 1984, San Donato Val di Comino;
13 dicembre 1990, terremoto di Carlentini in Sicilia;
26 settembre 1997, terremoto in Umbria e Marche;
31 ottobre 2002, terremoto del Molise;
6 aprile 2009, terremoto de L’Aquila;
20 maggio 2012, terremoto in Emilia;
2016-2017, terremoto dell’Italia Centrale38.
Invece, se parliamo di epidemie e pandemie, non sono tanto rare quanto sembra. Dall’inizio del ventesimo secolo ad oggi si sono
verificate ben 4 pandemie e numerose epidemie39:
Fondo sanitario nazionale 2019 - Ripartizione tra le regioni della quota destinata al finanziamento di parte corrente degli oneri relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG). (Delibera n. 86/2019). (GU Serie Generale n.91 del 06-04-
2020)https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/04/06/20A01945/sg
39https://www.epicentro.iss.it/passi/storiePandemia;
1918: Pandemia da febbre Spagnola (H1N1)40;
1947: Pseudo pandemia (H1N1). Si diffuse in estremo oriente, in Giappone e Corea, tra le truppe americane, e successivamente, ad altre basi militari negli USA41.
1957-1958: Pandemia da influenza Asiatica (H2N2)42;
1968: Pandemia da influenza Hong Kong (H3N2)43;
1977: Epidemia da influenza Russa (H1N1)44;
Fine 2002 e 2003: Epidemia da SARS (Severe Acute
Respiratory Syndrome)45;
Aprile 2012 al 13 ottobre 2015: Epidemia da MERS (Middle
East Respiratory Syndrome)46;
2014-2016: Epidemia da virus Ebola47.
1.2 Le strutture di ricovero e cura
Da quanto riportato dall’ultimo Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, riferito all’anno 201748, l’assistenza ospedaliera garantisce il ricovero presso gli ospedali pubblici e privati accreditati per la diagnosi e cura delle malattie acute o di lunga durata che non possono essere affrontate ambulatorialmente o a domicilio. Il Ministero della Salute, nell’ambito del Sistema Informativo Sanitario raccoglie informazioni sulla struttura e attività degli istituti di ricovero
pubblici e privati (modelli HSP e SDO). In particolare sono rilevati:
40https://www.cdc.gov/flu/pandemic-resources/1918-pandemic-h1n1.html;
41www.epicentro.iss.it, op. cit.;
42https://www.cdc.gov/flu/pandemic-resources/1957-1958-pandemic.html;
43https://www.cdc.gov/flu/pandemic-resources/1968-pandemic.html;
44www.epicentro.iss.it, op. cit.;
45https://www.epicentro.iss.it/ben/2003/ottobre2003/1;
46https://www.epicentro.iss.it/infettive/Coronavirus2013;
47https://www.epicentro.iss.it/ebola/epidemia-africa-2014;
48Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale - Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del SSN - Anno
2017.http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4606&area=statisticheSS N&menu=annuario
I dati anagrafici e le caratteristiche organizzative delle strutture di ricovero, nonché i relativi posti letto e le apparecchiature tecnico biomediche per la diagnosi e cura;
I dati di attività dei reparti presenti nelle strutture.
Dal 1994 il Ministero raccoglie inoltre, attraverso la scheda di dimissione ospedaliera (SDO), informazioni relative a ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati in tutto il territorio nazionale.
Nel 2017 l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.000 istituti di cura, di cui il 51,80% pubblici ed il rimanente 48,20% privati accreditati. Risulta confermato il trend decrescente del numero di istituti, già evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture.
Il 63,32% delle strutture pubbliche è costituito da ospedali direttamente gestiti dalle Aziende Sanitarie Locali, il 10,42% da Aziende Ospedaliere, ed il restante 26,26% dalle altre tipologie di ospedali pubblici.
Il SSN dispone di circa 191 mila posti letto per degenza ordinaria, di cui il 23,3% nelle strutture private accreditate, 13.050 posti per day hospital, quasi totalmente pubblici (89,4%) e di 8.515 posti per day surgery in grande prevalenza pubblici (78,2%).
A livello nazionale sono disponibili 3,6 posti letto ogni 1.000 abitanti,
in particolare i posti letto dedicati all’attività per acuti sono 3,0 ogni
1.000 abitanti.
La distribuzione dell’indicatore risulta piuttosto disomogenea a livello territoriale: Molise (4,4 posti letto) mentre Calabria (3,0 posti letto), Campania (3,1) e Puglia (3,1) fra le Regioni con la minor disponibilità di posti letto. A livello nazionale i posti letto destinati alla riabilitazione e lungodegenza sono 0,6 ogni 1.000 abitanti con
notevole variabilità regionale. Particolare interesse ha rivestito in questi ultimi anni l’area di emergenza: il 55,0% degli ospedali pubblici risulta dotato nel 2017 di un dipartimento di emergenza e oltre la metà del totale degli istituti (65,4%) di un centro di rianimazione. Il pronto soccorso è presente nel 79,9% degli ospedali. Il pronto soccorso pediatrico è presente nel 17,4% degli ospedali. Dai dati di attività delle strutture con pronto soccorso si evidenzia che nel
2017 ci sono stati circa 3,4 accessi ogni 10 abitanti; di questi quasi il
14,3% è stato in seguito ricoverato. Quest’ultimo indicatore si presenta altamente variabile a livello territoriale: a fronte di una percentuale di ricovero pari al 11,2% registrato nella Regione Piemonte si raggiungono valori pari a 18,1% nella Regione Basilicata. Dai dati di attività delle strutture con pronto soccorso pediatrico emerge che ci sono stati 1,5 accessi ogni 10 abitanti fino a 18 anni di età; l’8,5% di questi è stato in seguito ricoverato.
I reparti direttamente collegati all’area dell’emergenza dispongono per il complesso degli istituti pubblici e privati accreditati di 5.090 posti letto di terapia intensiva (8,42 per 100.000 ab.), 1.129 posti letto di terapia intensiva neonatale (2,46 per 1.000 nati vivi), e 2.601 posti letto per unità coronarica (4,30 per 100.000 ab.)49.
Il personale dipendente50 del SSN è costituito da:
Personale delle Aziende Sanitarie locali, compreso quello degli istituti di cura a gestione diretta;
Personale delle Aziende Ospedaliere, delle aziende Ospedaliere integrate con il SSN e delle Aziende Ospedaliere integrate con
l’Università.
49“Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del SSN, anno 2017”. Attività editoriali Ministero della Salute, Direzione Generale della Digitalizzazione del Sistema Informativo Sanitario e della Statistica, Ufficio di Statistica. Pag. 42-
43;
50www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4604&area=statisticheSSN&menu
=annuario;
Nel 2017 il personale dipendente del SSN ammonta a 603.375 unità, così ripartito per ruolo51:
71,5% ruolo sanitario;
17,6% ruolo tecnico;
10,7%ruolo amministrativo;
0,2% ruolo professionale.
Nell’ambito del ruolo sanitario, il personale medico è costituito da
101.100 unità e quello infermieristico da 253.430 unità; il rapporto fra infermieri e medici, a livello nazionale, si attesta sul valore di 2,5 infermieri per ogni medico. Nelle strutture di ricovero pubbliche ed equiparate operano 92.950 medici e 232.053 unità di personale infermieristico52.
1.2.1 La riduzione di ospedali e posti letto negli ultimi 10 anni53
L’emergenza del nuovo coronavirus ha riportato al centro dell’attenzione le condizioni in cui versa il nostro Sistema Sanitario Nazionale. Come anticipato in precedenza nell’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale 2017 “l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.000 istituti di cura, di cui il 51,80% pubblici ed il rimanente 48,20% privati accreditati. Risulta confermato il trend decrescente del numero degli istituti, già evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture”54.
Dieci anni prima, nel 2007, c’erano “1.197 istituti di cura, di cui il
55% pubblici ed il rimanente 45% privati accreditati” e, di nuovo,
“risulta confermato il trend decrescente del numero degli istituti, già
51ibid;
52ibid;
53https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-03-14/coronavirus-rianimazione-posti-letto-
7500889/
54Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del SSN, anno 2017,op. cit.;
evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e
dell’accorpamento di molte strutture”.55
Dunque non solo in 10 anni il numero degli istituti di cura è diminuito di circa 200 unità, ma il trend di decrescita era già in corso nel 2007, prima della crisi economica e dell’austerity.
E se guardiamo al rapporto relativo al 1998, quando “l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.381 istituti di cura, di cui il 61,3% pubblici ed il rimanente 38,7% privati accreditati”,56 ancora una volta risulta confermato il trend decrescente, che dura da almeno 25 anni e soprattutto non è coinciso con una riduzione della spesa sanitaria, anzi, la spesa pubblica per la sanità è quasi raddoppiata (in percentuale del Pil dal 5,1% al 7%).
Anche il numero dei posti letto, come il numero di ospedali, è crollato negli ultimi decenni. Nel 1998 erano circa 311 mila, nel 2007 erano calati di quasi 90 mila unità, arrivando a circa 225 mila e nel 2017 erano circa 191 mila57. In rapporto al numero di abitanti, siamo passati da 5,8 posti letto ogni mille abitanti del 1998, a 4,3 nel 2007 e a 3,6 nel 201758.
La riduzione dei posti letto e del numero di ospedali è una scelta che prescinde dalle politiche di riduzione della spesa pubblica per la sanità, come suggerisce l’andamento della spesa in questione. Affonda invece le sue radici nella scelta della deospedalizzazione da un lato e della maggiore assistenza domiciliare per i malati. Guardiamo al Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 del Ministero della Salute, che risale
ad un’epoca in cui la riduzione del numero di ospedali e posti letto era
55Annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale - Anno 2007
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1195_allegato.pdf
56Attività gestionali ed economiche delle ASL e Aziende Ospedaliere. Annuario statistico del
Servizio Sanitario Nazionale -
Anno 1998.http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=1
57ibid;
58ibid;
già in corso e mirava a ricoveri appropriati, grazie alla presenza di una rete efficace ed efficiente. Per assistere al meglio una popolazione sempre più vecchia si è scelto di finanziare e potenziare le reti di assistenza territoriale. Una persona anziana non più autosufficiente, è meglio che venga curata a casa sua piuttosto che in ospedale, dove anche il rischio di esposizione a batteri e virus portati da altri pazienti è maggiore. “Nasce la necessità di portare a domicilio del paziente le cure di riabilitazione e quelle palliative con assiduità e competenza, e di realizzare forme di ospedalizzazione a domicilio con personale specializzato, che eviti al paziente di muoversi e di affrontare il disagio di recarsi in ospedale”59. “Un ospedale piccolo sotto casa non è più una sicurezza, in quanto spesso non può disporre delle attrezzature e del personale che consentono di attuare cure moderne e tempestive”60. L’idea è stata quindi quella di creare da un lato grandi centri ospedalieri dotati di tutte le attrezzature necessarie, e dall’altro di implementare una rete territoriale di servizi per evitare dove possibile il ricovero in ospedale.
1.2.2 La riduzione del personale sanitario negli ultimi 10 anni61
Un dipendente della pubblica amministrazione su dieci lavora in sanità, un totale di 650 mila dipendenti a tempo indeterminato registrati al 31 dicembre 2018, un numero in costante calo dal 2009 ad oggi. In dieci anni diverse regioni (Lazio, Campania, Molise, Abruzzo, Sicilia, Puglia, Piemonte e Calabria) hanno dovuto attuare dei Piani di Rientro della spesa sanitaria, che sono andati ad incidere
sulla spesa per il personale nel settore pubblico62. Abbiamo oggi 44
59Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, Ministero della
Salute;http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=948
60ibid;
61https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/05/14/sanita-10-anni-persi-44mila-posti-lavoro-
quanti-quanto-guadagnano-medici-personale-sanitario/;
62Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria, Rapporto n.6, luglio 2019. Ministero dell’Economia e
delle Finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello
Stato;http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/
mila sanitari in meno assunti a tempo indeterminato (-6,4% rispetto al
2009), una riduzione solo parzialmente compensata dall’innalzamento dei requisiti per l’accesso alla pensione. In sostanza meno persone, più anziane e più ricorso al lavoro flessibile (a tempo determinato o in somministrazione) che è riuscito a compensare solo un quarto delle cessazioni. Tra il personale non dirigente assunto a tempo indeterminato, cioè fra gli amministrativi, i sanitari, gli operatori professionali e i tecnici, abbiamo perso in 10 anni 34.600 unità, che ha portato il numero di dipendenti a tempo indeterminato a circa 518 mila dai 553 mila del 2009. Anche qui, i contratti di lavoro flessibile hanno compensato minimamente la riduzione del personale63.
1.3 Le prime linee di difesa dell’attività sanitaria ad inizio
pandemia.
L’assistenza distrettuale, proponendosi di coordinare ed integrare tutti i percorsi di accesso ai servizi sanitari da parte del cittadino, si avvale in primis dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, convenzionati con il SSN, i quali valutando il reale bisogno sanitario del cittadino, regolano l’accesso agli altri servizi offerti dal SSN64. Nella quotidianità precedente l’emergenza, o ad inizio pandemia, era consuetudine recarsi dal Medico di Medicina Generale (o Pediatra di Libera Scelta) per farsi visitare, chiedere consiglio, ritirare prescrizioni per cure farmacologiche in atto. Consuetudine appartenente ad una certa categoria di persone, quelle anziane, che molte volte ricercano il contatto umano col proprio medico per sentirsi rassicurate e poi, meno avvezze ai cambiamenti tecnologici perché
non ne hanno i mezzi, oppure la sola e semplice età avanzata ne
63www.infodata.ilsole24ore.com, op. cit.;
64www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4602&area=statisticheSSN&menu
=vuoto;
rappresenta un impedimento e l’unico modo per relazionarsi è recarsi presso lo studio medico, facendo file, a volte interminabili e saturando le sale di attesa. In Italia nel 2017 sono state prescritte 578.843.225 ricette65. Oppure, quando non è raggiungibile il proprio medico, le persone si recano presso i Pronto Soccorso dei nosocomi di zona, per risolvere il problema di salute subentrato da lì a poco, stazionando nelle sale di attesa dopo il triage e prima dell’accesso al reparto di P.S. Nel Rapporto “Ospedali e Salute 2018”66 risulta che un terzo della popolazione adulta nazionale, circa 14,5 milioni di persone, ha effettuato un accesso al pronto soccorso, una soluzione per accedere più rapidamente alle prestazioni sanitarie. In base a quanto emerso dalla ricerca, oltre il 50% degli italiani ricorre ai dipartimenti di emergenza quando non trova una risposta dalla medicina territoriale, mentre, in più di 1 caso su 4, tenta direttamente la strada del Pronto Soccorso come soluzione per accorciare le liste d’attesa, con tutte le conseguenze negative che ne derivano rispetto all’affollamento degli ospedali, costretti a far fronte ad un numero crescente di pazienti, in molti casi senza risorse e strumenti adeguati67. Questo “contatto umano”, ad inizio pandemia, ha rappresentato una prima grossa possibilità di diffusione del virus in quanto i MMG hanno offerto la prima linea difensiva sul territorio del nostro SSN e i P.S. il primo filtro per l’accesso ai nosocomi. La contaminazione di queste due barriere ha mandato in tilt la nostra sanità in attesa di una
organizzazione e linee comuni di azione contro un nemico invisibile.
65Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del SSN, anno 2017,op. cit.; http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2879
66Ospedali & Salute. 17° Rapporto annuale Aiop/Ermeneia
http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato4313582.pdf
67Nursing Now, ICN e CNAI hanno deciso di dedicare la giornata immediatamente precedente alla
Giornata internazionale dell’Infermiere per avere un momento di riflessione e onorare la memoria
di infermieri e operatori sanitari che sono tragicamente morti durante la pandemia da COVID-19.
#rememberhealtheroes #covid19 #nursingnow #cnai #IND2020
I dati sono aggiornati all’11 Maggio 2020.
http://www.arli-infermieri.it/2020/05/11/sanitari-vittime-dellinfezione-covid-19/
In Italia, secondo il report dell'Istituto Superiore di Sanità aggiornato all’11 Maggio 2020, dall’inizio della pandemia tra gli operatori sanitari le vittime sono state oltre 240 tra cui 156 medici, 40 infermieri, 16 farmacisti, 2 ostetriche, 1 tecnico radiologo, 7 tra operatori e volontari della Croce Rossa Italiana68. Uno dei primi provvedimenti presi è stato quello di favorire la Telemedicina69. La Telemedicina rappresenta un’arma a favore del distanziamento fisico, per la tutela del paziente e del medico, non interrompendo quel rapporto di fiducia che completa il progetto terapeutico.
1.3.1 Un’opportunità di distanziamento fisico: la telemedicina L’evoluzione in atto della dinamica demografica, e la conseguente modificazione dei bisogni di salute della popolazione, con una quota crescente di anziani e patologie croniche, hanno reso necessario un ridisegno strutturale ed organizzativo della rete dei servizi, soprattutto nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale di assistenza. L’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie abilitate dalla telemedicina, contribuisce ad assicurare equità nelle cure nei territori remoti, un supporto alla gestione delle cronicità, un canale di accesso all’alta specializzazione, una migliore continuità della cura attraverso il confronto multidisciplinare e un fondamentale ausilio per i servizi di emergenza-urgenza. Molteplici sono state le iniziative di Telemedicina a livello nazionale, che troppo spesso tuttavia si riducono a sperimentazioni, prototipi, progetti, caratterizzati da casistica limitata e elevata mortalità dell’iniziativa. Nel 2010, il Ministro della Salute pro-tempore Prof. Ferruccio Fazio, ha istituito al Consiglio Superiore di Sanità (CSS) un Tavolo di lavoro per la Telemedicina con l’obiettivo di creare i presupposti abilitanti alla
diffusione di tali servizi concretamente integrati nella pratica clinica,
68www.arli-infermieri.it/2020/05/11/sanitari-vittime-dellinfezione-covid-19/;
69Telemedicina – Linee di indirizzo nazionali 2012, Ministero della Salute;
con cui fornire risposte efficaci ai modificati bisogni di salute dei cittadini. Nel 2012 il Ministero pubblica le Linee di indirizzo nazionali per la Telemedicina. In precedenza l’Unione Europea si è mossa in questa direzione, tanto è vero che il 4 novembre 2008 è stata emanata la Comunicazione COM (2008) recante “Telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società”70, nella quale la Commissione Europea ha individuato specifiche azioni da intraprendere a livello di ciascun stato membro. Tali azioni prevedono che ciascuno stato membro valuti le proprie esigenze e priorità in materia di telemedicina affinché divengano parte integrante delle strategie nazionali in materia di sanità, e che ciascuno di essi valuti ed adegui le rispettive normative nazionali al fine di consentire un accesso più ampio ai servizi di Telemedicina, affrontando questioni quali l’accreditamento, la responsabilità, i rimborsi, la tutela della sfera privata e dei dati personali. Il Comitato economico e sociale europeo in data 23 dicembre 2009 ha espresso un parere in merito alla Comunicazione COM. Nelle conclusioni del Documento, la Telemedicina viene definita come una sorta di “rivoluzione culturale”, il cui sviluppo deve essere visto nel quadro di un’evoluzione generale delle politiche e dei sistemi sanitari71. Anche nell’ambito dell’Agenda Digitale, predisposta dalla Commissione Europea in attuazione del piano Europa 2020 ed ufficializzata il 19 agosto 2010, c’è la volontà di focalizzarsi, con il coinvolgimento degli
Stati membri, sull’obiettivo della diffusione dei servizi di
70Comunicazione della Commissione al parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sulla Telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società, Bruxelles, 4novembre 2008 COM (2008);
71Parere del Comitato Economico e Sociale Europeo in merito alla Comunicazione della
Commissione al parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sulla Telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e delle società, 23 dicembre 2009;
https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2009:317:0084:0088:IT:PDF
Telemedicina (entro il 2020)72. In molti paesi europei la Telemedicina è già in uso da tempo. In Svezia, nel 2006, è stata pubblicata la National Strategy for e-health. Le principali aree applicative sono la Televisita (paziente-medico), il tele monitoraggio e il teleconsulto radiologico. Anche la Norvegia ha investito sulle soluzioni e-health, come il Teleconsulto tra il medico di medicina generale e lo specialista, la Tele-patologia, la Tele-radiologia, la Tele-psichiatria e servizi per il miglioramento della cura dei tumori. In Spagna i Sistemi Sanitari Regionali hanno focalizzato l’attenzione su linee di azione condivise per lo sviluppo di Telemedicina. In Gran Bretagna, il Department of Health nel maggio 2008 ha finanziato un vasto programma di Teleassistenza e Telesalute, il Whole System Demonstrator (WSD) Programme, che ha coinvolto in 2 anni 6.000 pazienti e oltre 200 medici. I risultati dello studio sono stati incoraggianti73. Il Ministero della Salute francese ha pubblicato sul Journal Officiel de la République Francaise il Decreto 2010-1229 del
19 ottobre 2010, che definisce i servizi della Telemedicina, determina le condizioni di attuazione e valuta gli aspetti organizzativi, per un riconoscimento della Telemedicina all’interno del Servizio Sanitario Francese74.
1.3.2 Il livello nazionale di telemedicina
Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, con la partecipazione delle
Regioni Toscana, Liguria, Marche, Campania, Veneto, Sicilia, Lombardia, ha istituito l’Osservatorio Nazionale e-Care
72Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, concernente l’Agenda Digitale Europea/*COM/2010/0245 def.*/del 26 agosto 2010;
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52010DC0245&from=EN
73COCIR Telemedicine Toolkit march 2010 (European Coordination Committee of the
Radiological, electromedical and Health Care IT Industry);
https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
74Décret n° 2010-1229 du 19 octobre 2010 relatif à la télémédecine
https://www.legifrance.gouv.fr/jorf/id/JORFTEXT000022932449/
(www.onecare.cup2000.it), con l’obiettivo di costruire la mappa delle reti e-care, di favorire lo scambio delle buone pratiche e delle correlate tecnologie, al fine di migliorare l’accessibilità e l’efficacia dei servizi erogati on line ai cittadini, con particolare riferimento alla presa in carico dei pazienti cronici e fragili e alla continuità assistenziale (home care)75. Le forze armate da anni sostengono lo sviluppo della Telemedicina militare, rivolta alle operazioni militari, e alle missioni umanitarie, anche come strumento di azioni pacificatrice. La Protezione Civile nell’ambito delle proprie attività nelle emergenze e gli interventi nelle catastrofi ha sviluppato modelli di Telemedicina. Infine, il CIRM (Centro Internazionale Radio-medico), fondato nel
1935, assolve il ruolo di TMAS (Tele-Medicine Assistance Service) nazionale italiano nell’ambito dei sistemi SAR (Search and Rescue) sia sul mare che per la navigazione aerea.
1.3.3 La Telemedicina76
Per Telemedicina si intende una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località. La Telemedicina comporta la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti. La Telemedicina non rappresenta una specialità medica separata, ma è uno strumento che può essere utilizzato per
estendere la pratica tradizionale oltre gli spazi fisici abituali. È una
75Commissione Permanente sull’Innovazione Tecnologica nelle Regioni e negli enti Locali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli Affari Generali, Telemedicina: Reference Book sulla Telemedicina e Teleassistenza con particolare riferimento ai territori isolati,
2007;
https://didattica-2000.archived.uniroma2.it//IINFO2/deposito/LineeGiudaTelemedicina.pdf
76Linee Guida Tecniche per lo sviluppo della Telemedicina orientata alle buone pratiche proposte
dall’Osservatorio Nazionale e- care;http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2129_allegato.pdf
diversa modalità di erogazione di prestazioni sanitarie e socio- sanitarie, tuttavia non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per migliorarne efficacia, efficienza e appropriatezza. Si precisa che l’utilizzo di strumenti di Information and Communication Technology per il trattamento di informazioni sanitarie o la condivisione on line di dati e/o informazioni sanitarie non costituiscono di per sé servizi di Telemedicina. A titolo esemplificativo non rientrano nella Telemedicina portali di informazioni sanitarie, social network, forum, newsgroup, posta elettronica o altro. Infatti si necessita di un Centro Erogatore, quale:
Strutture del Servizio Sanitario Nazionale, autorizzate o accreditate, pubbliche o private;
Operatori del SSN quali medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, medici specialisti.
Questi erogano prestazioni sanitarie attraverso una rete di telecomunicazioni. Per poter esercitare attività di Telemedicina, le strutture/operatori devono essere accreditati/autorizzati dalla regione o dalle province autonome.I servizi di telemedicina possono essere classificati nelle seguenti macro-categorie:
Telemedicina Specialistica: servizi medici a distanza all’interno di una specifica disciplina medica. Può avvenire tra medico e paziente o tra medici e altri operatori sanitari;
Tele-salute: riguarda i sistemi e i servizi che collegano i pazienti, in particolar modo i cronici, con i medici per assistere nella diagnosi, monitoraggio, gestione, responsabilizzazione degli stessi. Permette a un medico di interpretare a distanza i
dati necessari al Tele-monitoraggio di un paziente e alla presa in carico dello stesso;
Teleassistenza: è un sistema socio-assistenziale per la presa in carico della persona anziana o fragile e diversamente abili a domicilio, tramite la gestione di allarmi, di attivazione di servizi di emergenza, di chiamate di “supporto” da parte di un centro servizi. La Teleassistenza ha un contenuto prevalentemente sociale, con confini sfumati verso quello sanitario, con il quale dovrebbe connettersi al fine di garantire la continuità assistenziale. Non rivolgendosi all’ambito sanitario, ma a quello socio-assistenziale, non sarà oggetto di queste Linee di Indirizzo.
Un aspetto da non trascurare, in particola modo nella gestione delle patologie croniche, è l’educazione e l’empowerment del paziente e dei caregiver. La strategia complessiva per la gestione delle malattie croniche deve educare e responsabilizzare il paziente a prendersi cura attivamente della propria malattia e del proprio regime di trattamento. La prevenzione della cronicità e il miglioramento della gestione della patologia cronica con la partecipazione diretta del paziente responsabile, rappresentano una sfida per la sostenibilità economica dei sistemi sanitari77.
1.3.4 I principali benefici della telemedicina78
Le principali motivazioni e benefici attesi che spingono allo sviluppo
ed all’adozione di tecniche e strumenti di Telemedicina sono:
L’equità dell’accesso e la disponibilità di una assistenza sanitaria qualificata in aree remote possono essere aumentate dall’uso della Telemedicina. Si pensi al mare, alle piccole isole,
77Ibid;
78ibid;
alla montagna ma anche semplicemente ad aree rurali poco collegate alle città di riferimento. La Telemedicina può concorrere a migliorare l’assistenza sanitaria in carcere, che presenta disagi e costi aggiuntivi dovuti all’organizzazione dei trasferimenti, una difficoltosa gestione delle emergenze, lunghi tempi di attesa per gli accertamenti diagnostici/specialistici, ed una limitata attività di diagnosi preventiva.
Portare direttamente presso la casa del paziente il servizio del medico, senza che questo si allontani dal suo studio e senza che il paziente stesso sia costretto a muoversi. La cura delle malattie croniche può rappresentare un ambito prioritario per l’applicazione di modelli di Telemedicina. Il tele monitoraggio può migliorare la qualità della vita di pazienti cronici attraverso soluzioni di auto-gestione e monitoraggio remoto, anche ai fini di una de-ospedalizzazione precoce.
La Telemedicina rende fruibile e continua la comunicazione fra i diversi attori e orienta gli erogatori verso un utilizzo appropriato delle risorse, riduce i rischi legati a complicanze, riduce il ricorso alla ospedalizzazione, riduce i tempi di attesa, ottimizza l’uso delle risorse disponibili.
La disponibilità di servizi di Telemedicina per aree o pazienti disagiati potrebbe permettere anche una diminuzione delle spese. Inoltre può essere di supporto alla dimissione protetta ospedaliera, alla riduzione delle ospedalizzazioni dei malati cronici, al minor ricorso ai ricoveri in casa di cura e di riposo per anziani, alla riduzione della mobilità dei pazienti alla ricerca di migliori cure.
1.4 La carenza di disponibilità dpi e presidi per la ventilazione assistita
L’emergenza pandemica ha innalzato gli standard di sicurezza per il rischio di diffusione del virus tra il personale sanitario e la popolazione civile e ciò ha comportato una maggior richiesta sul mercato di dispositivi di protezione ma anche di ventilatori polmonari per l’aumento collegato al maggior numero di posti in rianimazione da approntare, per far fronte al numero di pazienti sintomatici sempre più in crescita. Prima dell’emergenza l’Italia poteva contare su 5.324 posti in terapia intensiva e 2.974 nei reparti di malattie infettive. Ad emergenza iniziata si contava ad arrivare almeno a 1.850 posti aggiuntivi79.
Pensando al coronavirus, l’immagine che appare subito ai nostri occhi è quella della mascherina per la protezione delle vie aeree. Secondo il New Scientist anche nella migliore delle ipotesi “indossare una mascherina può aiutare, ma non garantisce una protezione totale”80. Quello sull’efficacia delle mascherine protettive è un interrogativo che molti si stanno ponendo. Le mascherine, infatti, hanno una certa utilità quando sono della migliore qualità e vengono usate nel modo opportuno, ma le cattive abitudini e qualche errata convinzione possono renderle di scarso aiuto. Non tutte le mascherine in commercio sono efficaci contro il virus Covid-19. Spesso però si trovano in vendite modelli non classificabili come dispositivi di protezione individuale (Dpi). Le maschere N95 sono note anche con la sigla Ffp3(filtering face piece di terzo livello), ma in commercio si trovano anche le Ffp2 (che garantiscono protezione all’89%) e Ffp1
(al 75%), con prestazioni ovviamente inferiori. I modelli di
79https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_16/coronavirus-quanti-posti-terapia-intensiva-ci- sono-italia-quanti-ne-arriveranno-0fbafa76-678a-11ea;
80http://www.assind.cr.it/fileadmin/user_upload/4_COVID19_I_DISPOSITIVI_DI_PROTEZION E_INDIVIDUALE_1.pdf
mascherina “utili”, e che comunque andrebbero cambiate dopo averle usate per un’intera giornata, sono quelle etichettate FFP2 o FFP3. Le Ffp2 filtrano sia particelle nocive solide che liquide. Sono progettate per bloccare le particelle fini, e da virus influenzali grazie all’utilizzo di carboni attivi. Quelle Ffp3 possiedono anche una valvola che facilita la respirazione ed evita la condensa interna. Assicurano una protezione alta contro sostanze liquide e solide, e dai virus. Purtroppo l’Italia si è dimostrata non autosufficiente nella produzione di questi presidi sanitari e molto dipendente dal mercato estero. Questo ha evidenziato un doppio problema. Tra le aziende italiane che producono mascherine (parliamo del periodo precedente la prima ondata di pandemia) solo una al momento ha la certificazione – che in tutto il mondo viene rilasciata da due soli enti, uno in Cina e uno negli USA – per produrre quelle più richieste, le Ffp2 e le Ffp381. Poi, quel che si è verificato in tutto il mondo, dall’inizio dell’emergenza, è stata chiusura delle frontiere all’esportazione. India, Romania, Russia erano mercati nei quali fornitori avevano recuperato mascherine Ffp2 e Ffp3 ma poi hanno chiuso all’esportazione. Il risultato è stato che 19 milioni di mascherine (4 Ffp2 e Ffp3 e 15 chirurgiche) sono rimaste bloccate all’estero82. La Germania, a inizio marzo, ha notificato a Bruxelles il provvedimento che introduceva il divieto di export dei dispositivi di protezione: guanti, mascherine, occhiali, tute. Ha inserito una deroga minima per gli ordini dall’Europa che sono stati soggetti all’autorizzazione del governo centrale, ma nel frattempo il mercato nazionale rimane libero. E dunque chiunque può fare scorte di materiale pur non avendone bisogno, ma la commissione Europea ha chiesto di dare priorità alle richieste che arrivano dal meccanismo di
protezione civile europeo. Diverso il caso della Francia, dove si è
81https://www.lastampa.it/cronaca/2020/03/15/news/coronavirus-19-milioni-di-mascherine- bloccate-all-estero-1.38596828;
82ibid;
deciso di confiscare tutto il materiale di protezione, impedendo così ai produttori la libera vendita, causando un blocco dell’export83. La scelta tedesca e francese aveva avuto degli effetti molto rilevanti non soltanto a livello sanitario ma anche e soprattutto livello di comunicazione e geopolitico. La Cina ha dato grande risalto mediatico alla sua apertura a fornire materiale sanitario all’Italia in contrasto alla chiusura mostrata dagli alleati europei.
Proprio per cercare di arginare i danni, la Commissione europea è riuscita in poco tempo a sbloccare la situazione, anche grazie al lavoro del commissario all’Industria Thierry Breton. Il ministero dello Sviluppo economico italiano ha comunicato la decisione sul suo sito: “Lo sblocco delle esportazioni di dispositivi sanitari di protezione personale (mascherine, tute e schermi facciali) dalla Germania e dalla Francia è un segnale di buon senso e di solidarietà europea che si iscrive nel solco della leale collaborazione fra Stati Membri dell’Unione Europea, soprattutto in un momento di emergenza come
quello che stiamo vivendo”84.
83https://www.lastampa.it/esteri/2020/03/13/news/l-ue-minaccia-la-.germania-sull-export-delle- mascherine-procedura-d-infrazione-se-non-rimuove-i...;
84https://www.linkiesta.it/2020/03/europa-esportazioni-mascherine-francia-germania-cina/
CAPITOLO II:
I RIMEDI DELLE ISTITUZIONI E NON SOLO, ALLE CRITICITÀ
Da quanto descritto nel primo capitolo, l’emergenza ha impattato contro un sistema sanitario che negli anni ha subito continui riassetti per poter rispondere ai cambiamenti delle cure e delle patologie; un sistema ripetutamente colpito dai tagli di posti letto e di personale; un sistema abituato al concetto tradizionale di lavoro e poco avvezzo ai cambiamenti tecnologici; un sistema dipendente dalle forniture estere per DPI e presidi medici. Di seguito riporteremo tutto ciò che le istituzioni hanno messo in atto per porre rimedio alle criticità rilevate ad inizio emergenza. Il più grande passo è stato il cosiddetto decreto “Cura Italia”, ovvero il Decreto Legge 17 marzo 2020 n.18 che recita così: “il Presidente della Repubblica […] ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di contenere gli effetti negativi che l’emergenza epidemiologica COVID-19 sta producendo sul tessuto socio- economico nazionale, prevedendo misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, della protezione civile e della sicurezza, nonché di sostegno al mondo del lavoro pubblico e privato ed a favore delle famiglie e delle imprese; […] emana il seguente decreto-legge: […]”85. Questo Decreto comprende misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da
Covid-19.
85DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18
Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. (20G00034) (GU Serie Generale n.70 del 17-03-2020)Entrata in vigore del provvedimento: 17/03/2020
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27 (in S.O. n. 16, relativo alla G.U. 29/04/2020, n. 110)Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Edizione Straordinaria
- Roma, 17 marzo 2020, anno161°, numero 70, pag. 1 –
9;https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
2.1 I finanziamenti a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale e le raccolte fondi.
Nel Titolo 1 del Decreto Cura Italia, “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale”86 vi sono articoli dedicati a finanziamenti di quest’ultimo che vanno ad integrare il fabbisogno annuale. Nell’articolo 1, “Finanziamento aggiuntivo per incentivi in favore del personale dipendente del SSN”, “per l’anno 2020, allo scopo di incrementare le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del SSN direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del COVID-19, i fondi contrattuali per le condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria dell’area della sanità e i fondi contrattuali per le condizioni di lavoro e incarichi del personale del comparto sanità sono complessivamente incrementati […]è autorizzata la spesa di 250 milioni di euro a valere sul finanziamento sanitario corrente stabilito per l’anno 2020 […] autorizzata l’ulteriore spesa di 100 milioni di euro”87 . Nell’articolo 18, Rifinanziamento fondi, “ Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, […] è incrementato di 1.410 milioni di euro per l’anno 2020.[…] Ciascuna regione è tenuta a redigere un apposito Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid-19 da approvarsi da parte del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e da monitorarsi da parte dei predetti Ministeri
congiuntamente”88.
86ibid
87Articolo 1 Decreto “Cura Italia” (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Finanziamento aggiuntivo per incentivi in favore del personale dipendente del Servizio sanitario
nazionale”https://www.brocardi.it/decreto-cura-italia/titolo-i/art2ter.html
88ibid;
2.1.1 Le raccolte fondi nazionali ed internazionali89
Fin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica legata al virus Covid-
19 lo slancio solidale è stato molto forte e partecipato, determinando iniziative di raccolte fondi da parte dei diversi attori coinvolti in prima linea.
PROTEZIONE CIVILE.
Il Dipartimento di Protezione Civile ha aperto due conti correnti bancari per due raccolte specifiche: la prima, finalizzata all’acquisizione di dispositivi di protezione individuali e attrezzature sanitarie; la seconda, a sostegno delle famiglie degli operatori sanitari che, impegnati nello svolgimento delle attività emergenziali, hanno perso la vita a causa del Coronavirus.
La cifra raccolta per l’acquisizione di dispositivi di protezione individuali e attrezzature sanitarie è pari a 168.454.160 euro, di cui
149.048.743 euro di bonifici in uscita, suddivisi in 15.403.650 euro per ventilatori, 128.684.180 euro per dispositivi di protezione individuale e 4.960.913 euro per le spese di trasporto (aggiornamento al 18 agosto 2020).
La cifra raccolta per le famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita svolgendo sul campo le attività di contrasto al coronavirus è pari a 11.122.735 euro (aggiornamento al 18 agosto
2020)90.
CROCE ROSSA ITALIANA.
In prima linea dall’inizio dell’allerta Covid-19 in modo capillare su tutto il territorio nazionale attraverso migliaia di volontari e operatori
che lavorano senza sosta per sostenere la popolazione91.
89www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=it aliano&id=5386&area=nuovoCoronavirus&menu=...;
90www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sanitario/emergenze/coronavirus/come-
donare;
91https://www.cri.it/donazioni-coronavirus;
ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (WHO).
Si chiama “Solidarity Response Fund” il fondo lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Fondazione Nazioni Unite e Swiss Philantropy Foundation, per raccogliere donazioni per sconfiggere la pandemia Covid-19 nei vari paesi92.
UNICEF.
Ha inviato in Italia una fornitura di materiali indispensabili per gli operatori sanitari; dall’inizio della pandemia ha raggiunto 116 milioni di persone, bambini, adolescenti e famiglie, per far fronte all’emergenza93.
SAVE THE CHILDREN.
Si è attivata con il programma “Non da soli”, per contrastare le gravi conseguenze che la crisi sanitaria comporta per i bambini e le loro famiglie. Ha fornito cibo, kit didattici e prodotti per la cura dei neonati94.
2.1.2 Le Regioni si mobilitano per raccogliere fondi: il caso della
Regione Campania
Dopo l’iniziativa del Governo di provvedere alla raccolta fondi per l’emergenza pandemica per mezzo del Dipartimento di Protezione Civile, le regioni d’Italia, chi prima e chi dopo, intraprendono questa strada per ottenere liquidità più velocemente, senza attendere lungaggini riguardo le assegnazioni. Nel marzo 2020, la Regione Campania, accogliendo le manifeste intenzioni di associazioni, imprese e cittadini di effettuare donazioni in danaro per sostenere gli acquisti di apparecchiature e dispositivi medicali utili al
potenziamento delle strutture regionali per fronteggiare lo stato di
92https://www.who.int/news-room/detail/13-03-2020-who-unfoundation-and-partners-launch-first- of-its-kind-covid-19-solidarity-response-fund;
93https://donazioni.unicef.it/landing-emergenze/emergenza-coronavirus#/home;
94https://www.savethechildren.it/dona-ora-emergenza-coronavirus-italia;
crisi95. A tal fine è stata data la possibilità a chi volesse donare, di poter utilizzare il conto intestato alla Regione Campania con l’accortezza di indicare la causale “COVID-19 Donazione”. Al
24/08/2020 le donazioni, nel numero di 6563, ammontavano a euro
8.901.100,7396.
2.1.3 Raccolta fondi locale: il caso dell’A.O.U. S. Giovanni Di Dio e
Ruggi D’Aragona di Salerno
Come si evince da quanto descritto, le raccolte fondi sono avvenute a tutti i livelli istituzionali, dagli organi di Stato alle realtà sanitarie locali. Avere a disposizione somme nell’immediatezza permette di agire celermente nel sopperire alle necessità delle strutture sanitarie. Nel caso del nosocomio salernitano, coloro che hanno manifestato la volontà di sostenerlo, lo hanno fatto inviando una comunicazione tramite mail all’indirizzo
2 portatili per eseguire radiografie direttamente al letto del paziente.
Inoltre, sia da raccolte e sia da donazioni di singoli cittadini, l’A.O.U.
ha ricevuto 187.463,06 euro98.
95https://www.regione.campania.it/regione/it/news/primo-piano/coronavirus-raccolta-fondi-per-l- emergenza-ecco-il-conto-corrente;
96Covid-19: raccolta fondi per l’emergenza. Regione Campania, Unità di Crisi Regionale per la
realizzazione di misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-
- Aggiornamento al 24/08/2020;
http://www.regione.campania.it/assets/documents/raccolta-fondi-covid-19-al-24-8-2020.pdf
97https://www.sangiovannieruggi.it/index.php/comunicazione/news/1281-aou-ruggi-covid-19-
donazioni-e-raccolta-fondi-ecco-come-fare;
98ibid;
2.2 Potenziamento personale e strutture sanitarie
L’emergenza Covid-19 rappresenta una situazione sanitaria di portata straordinaria e l’Italia ha bisogno di rinforzi. Per molte settimane numerosi medici ed infermieri hanno lavorato in prima linea senza conoscere pause, e occorre dare loro fiato, garantendo continuità all’assistenza medica ed ampliandone anche la possibilità di azione, a fronte del grande numero di contagi che emergono giorno dopo giorno99.
Ma non solo, il grande numero di infetti afferente ai nosocomi, ha imposto un ampliamento delle strutture sanitarie, per capienza e per nuovi spazi dedicati unicamente ai positivi, garantendo la sicurezza degli altri degenti non positivi.
2.2.1 Incremento personale sanitario
Nel Titolo I del Decreto “Cura Italia”, Misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, vari articoli indicano i settori sanitari nei quali necessita incrementare il numero di operatori sanitari.
Nell’art.2, “Potenziamento delle risorse umane del Ministero della Salute”, tenendo conto della necessità di potenziare le attività di vigilanza, di controllo igienico-sanitario e profilassi svolte preso i principali porti e aeroporti, anche al fine di adeguare tempestivamente i livelli dei servizi alle nuove esigenze sanitarie derivanti dalla diffusione del COVID-19, il Ministero della Salute è autorizzato ad assumere con contratto di lavoro a tempo determinato con durata non superiore a tre anni, 40 unità di dirigenti sanitari medici, 18 unità di dirigenti sanitari veterinari e 29 unità di personale non dirigenziale
con il profilo professionale di tecnico della prevenzione100.
99https://www.almalaurea.it/covid-19/bandi-reclutamento-personale-medico-sanitario;
100Articolo 2 ter Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Misure urgenti per l'accesso al
Servizio sanitario nazionale”https://www.brocardi.it/decreto-cura-italia/titolo-i/art2ter.html
Nell’art.3, “Potenziamento delle reti di assistenza territoriale”, le Regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e le aziende sanitarie possono stipulare contratti ai sensi dell’articolo 8-quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, per l’acquisto di ulteriori prestazioni sanitarie, nel caso in cui la situazione di emergenza richieda l’attuazione nel territorio regionale e provinciale di incrementare la dotazione dei posti letto in terapia intensiva e nelle unità operative di pneumologia e malattie infettive, nelle strutture pubbliche e private accreditate. Qualora non sia possibile la stipula di contratti, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e le aziende sanitarie, sono autorizzate a stipulare al medesimo fine contratti con strutture private non accreditate. Al fine di fronteggiare l’eccezionale carenza di personale medico e delle professioni sanitarie, in quanto ricoverato o in stato contumaciale a causa dell’infezione, le strutture private, accreditate e non, su richiesta delle regioni o delle province autonome di Trento e Bolzano o delle aziende sanitarie, mettono a disposizione il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchiature presenti nelle suddette strutture101. Nell’art.7, “Arruolamento temporaneo di medici e infermieri militari”, è autorizzato per l’anno 2020 l’arruolamento eccezionale, a domanda, di militari dell’Esercito italiano in servizio temporaneo, con una ferma eccezionale della durata di un anno, nelle misure di 120 ufficiali medici, con il grado di tenente e 200 sottufficiali infermieri, con il grado di maresciallo102.
Nell’art.8, “Assunzione urgente di funzionari tecnici per la biologia,
la chimica e la fisica presso le strutture sanitarie militari”, il
Ministero della difesa, tenuto conto dell’incremento esponenziale
101Articolo 3 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27)“Potenziamento delle reti di assistenza territoriale”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
102Articolo 7Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Arruolamento temporaneo di medici
e infermieri militari”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
delle prestazioni a carico del Dipartimento scientifico del Policlinico militare del Celio causato dalle emergenze biologiche e dalla connessa necessità di sviluppo di test patogeni rari, e verificata l’impossibilità di utilizzare personale già in servizio, può conferire incarichi individuali a tempo determinato, previo avviso pubblico, fino a un massimo di sei unità di personale profilo professionale di funzionario tecnico per la biologia la chimica e la fisica103.
Nell’art.10, “Potenziamento risorse umane dell’INAIL”, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, soggetto attuatore degli interventi di protezione civile ai sensi dell’art.1, comma 1, dell’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020, è autorizzato ad acquisire un contingente di 200 medici specialisti e di 100 infermieri, conferendo incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore ai sei mesi, eventualmente prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020104.
Nell’art. 11, “Disposizioni urgenti per assicurare continuità alle attività assistenziali e di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, per far fronte alle esigenze di sorveglianza epidemiologica e di coordinamento dell’emergenza”, l’Istituto è autorizzato ad assumere a tempo determinato, per il triennio 2020-2022, n. 50 unità di personale, delle quali 20 con qualifica di dirigente medico, 5 con qualifica di
ricercatore/tecnologo di livello II, 20 con qualifica di
103Articolo 8 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Assunzione urgente di funzionari tecnici per la biologia la chimica e la fisica presso le strutture sanitarie militari”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
104Articolo 10 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Potenziamento risorse umane
ricercatore/tecnologo di livello III, 5 con qualifica di Collaboratore
Tecnico Enti di Ricerca (CTER) di livello IV105.
Nell’art. 12, “Misure straordinarie per la permanenza in servizio del personale sanitario”, al fine di far fronte alle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del COVID-19 e di garantire i livelli essenziali di assistenza, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020, e verificata l’impossibilità di procedere al reclutamento di personale, possono trattenere in servizio i dirigenti medici e sanitari, nonché il personale del ruolo sanitario del comparto sanità e gli operatori socio-sanitari, anche in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza106.
Nell’art. 13, “Deroga delle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie”, è consentito l’esercizio temporaneo di qualifiche professionali sanitarie ai professionisti che intendono esercitare sul territorio nazionale una professione sanitaria conseguita all’estero regolata da specifiche direttive dell’Unione Europea. Gli interessati presentano istanza corredata di un certificato di iscrizione all’Albo del paese di provenienza alle regioni e Province autonome107.
2.2.2 Bandi e manifestazione di interesse
L’emergenza Covid-19 rappresenta una situazione sanitaria di portata
straordinaria e l’Italia ha bisogno di rinforzi. Da molte settimane,
infatti, numerosi medici ed infermieri sono al lavoro in prima linea
105Articolo 11 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Disposizioni urgenti per assicurare continuità alle attività assistenziali e di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanita'” https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
106Articolo 12 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27 “Misure straordinarie per la permanenza in servizio del personale sanitario”
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
107Articolo 13 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Deroga delle norme in materia di
riconoscimento delle qualifiche professionali sanitari”
senza conoscere pause. Occorre, quindi, dare loro fiato, garantendo continuità all’assistenza medica ed ampliandone anche le possibilità d’azione, a fronte del grande numero di contagi che stanno emergendo giorno dopo giorno108. A tal proposito sono stati indetti numerosi bandi di concorso, nazionali e locali.
Nei concorsi nazionali, la Croce Rossa Italiana, seduta al tavolo tecnico del Comitato Operativo della Protezione Civile, è intervenuta con i suoi mezzi, i volontari e il suo staff preparato per garantire il trasporto in emergenza, in alto-biocontenimento e in sicurezza dei potenziali malati. Ha avviato la ricerca di medici ed infermieri con disponibilità immediata tramite bando nazionale e un censimento dei sanitari presenti già al suo interno per eventuali impieghi109. La Protezione Civile il 20 marzo 2020 ha indetto una procedura di reclutamento per medici da svolgersi entro le ore 20 del 21 marzo (24 ore). “È una “chiamata alle armi” verso tutta la sanità italiana perché i medici che sono in prima linea contro l’emergenza Coronavirus hanno bisogno di aiuto”.110 Così dichiara il ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Francesco Boccia annunciando presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile l’avvio della procedura attraverso la quale sarà costituita la task force di 300 medici che opereranno a supporto delle strutture sanitarie regionali per l’attuazione delle misure necessarie al contenimento e contrasto dell’emergenza. “I medici che operano contro il Coronavirus, soprattutto in Lombardia, sono in difficoltà e la risposta di coloro che
si candideranno deve avvenire entro 24 ore perché domani l’avviso
108https://www.almalaurea.it/covid-19/bandi-reclutamento-personale-medico-sanitario;
109https://www.cri.it/15-03-2020-coronavirus-croce-rossa-ricerca-medici-e-infermieri-con-
disponibilita-immediata;
110OCDPC n. 654 del 20 marzo 2020. Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione
all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da
agenti virali trasmissibili.
http://www.protezionecivile.gov.it/amministrazione-trasparente/provvedimenti/dettaglio/-
sarà chiuso”111, ha proseguito il ministro. “Sarà data priorità agli anestesisti ma il bando è aperto a tutti i medici, l’importante è far arrivare la propria candidatura nel più breve tempo possibile”112. Questa operazione di “medici per la Protezione Civile” è su base volontaria, ha concluso il ministro, e “sono sicuro che arriveranno tantissime domande”.113 Sarà costruita una forma rapida di intervento che affiancherà i medici della sanità regionale e volontari che già stanno prestando la loro opera. La partecipazione dei medici selezionati sarà obbligatoria per il datore di lavoro fatta eccezione per le strutture convenzionate per le quali la possibilità di partecipazione avviene su base consensuale con il proprio datore di lavoro. La partecipazione prevede il rimborso delle spese di viaggio, una indennità forfettaria per ciascuna giornata prestata e le Regioni provvederanno alla sistemazione alloggiativa114. Alla fine delle 24 ore risponderanno 7.220 medici115.Il 26 marzo 2020 è stato emanato il bando per la chiamata di 500 infermieri da inviare negli ospedali delle città più colpite dall’epidemia. Rimasto online per 48 ore, alla sua scadenza, 28 marzo 2020, sono state registrate 9.448 candidature. La costituzione di un’unità tecnico infermieristica è prevista dall’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 656 del 26 marzo.116 Il provvedimento stabilisce che la selezione sarà fatta dal Dipartimento stesso sulla base delle esperienze professionali:
infermieri dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale; infermieri
111ibid
112 ibid
113 ibid
114http://www.protezionecivile.gov.it/media-comunicazione/news/dettaglio/-
/asset_publisher/default/content/al-via-medici-per-covid;
115https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_21/coronavirus-boccia-7220-medic-hanno-risposto-
bando-atto-d-amore;
116Ocdpc n. 656 del 26 marzo 2020. Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione
all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da
agenti virali trasmissibili. 26 marzo 2020Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.82 del 28 marzo
2020http://www.protezionecivile.gov.it/amministrazione-trasparente/provvedimenti/dettaglio/-
dipendenti da strutture sanitarie anche non accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale; infermieri libero professionisti anche con rapporto di somministrazione di lavoro117. Per la costituzione dell’unità socio sanitaria è indetta la procedura di selezione di 1.500 operatori dei quali: 500 presteranno la propria attività presso le residenze sanitarie assistenziali, le case di riposo per anziani, le residenze sanitarie per disabili per un periodo consecutivo di quattro settimane; 1000 presteranno la propria attività presso gli istituti penitenziari individuati dal Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità per un periodo consecutivo fino al 31 luglio
2020 (primo termine dello stato di emergenza). La partecipazione all’Unità socio-sanitaria è su base volontaria ed è aperta agli operatori dipendenti del SSN, dipendenti di strutture sanitarie anche non accreditate e operatori libero professionisti. Requisito di partecipazione è l’aver conseguito il titolo di “Operatore Socio Sanitario” ai sensi dell’Accordo tra il Ministro della Sanità, il Ministro della Solidarietà Sociale e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 22 febbraio 2001 (GURI 19 aprile 2001, n.91).118
Sarà possibile partecipare alla procedura di selezione a partire dalle ore 18:00 del 20 aprile 2020 fino alle ore 20:00 del 22 aprile 2020. Si terrà conto della maggiore anzianità di conseguimento del titolo e
l’assegnazione avverrà prioritariamente nella regione di attuale
117http://www.protezionecivile.gov.it/media-comunicazione/news/dettaglio/-
/asset_publisher/default/content/infermieri-per-covid-sono-oltre-9-400-le-candidature;
118PROVVEDIMENTO 22 febbraio 2001 “Accordo tra il Ministro della sanita', il Ministro per la solidarieta' sociale e le regioni e province autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'operatore socio-sanitario e per la definizione dell'ordinamento didattico dei corsi di formazione”. (GU Serie Generale n.91 del 19-04-
2001)https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2001/04/19/001A4046/sg
impiego dell’operatore119. Hanno risposto alla chiamata in ben
20.491120.
Anche l’INAIL ha avviato una procedura straordinaria per l’acquisizione con contratto di collaborazione coordinata e continuativa di n. 200 medici in varie branche specialistiche e n. 100 infermieri. La dichiarazione di disponibilità la si può inviare telematicamente dalle ore 10:00 dell’8 aprile 2020 fino alle ore 09:59 del 18 aprile 2020121.
Le Forze Armate Italiane, come altri enti statali, hanno provveduto a
potenziare i propri servizi sanitari arruolando medici ed infermieri. Ai sensi dell’articolo 7 del Decreto – Legge 17 marzo 2020, n. 18, l’Esercito Italiano ha indetto procedura straordinaria di arruolamento per chiamata diretta di 120 ufficiali medici e 200 sottufficiali infermieri (decorrenza 18 settembre 2020, scadenza 2 ottobre 2020), analogamente a Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri. La ferma eccezionale è di un anno, con obbligo di iscrizione all’albo di appartenenza122.
In molte regioni italiane, alcune strutture sanitarie hanno indetto concorsi locali di avviso pubblico per manifestazione di interesse, particolarmente per le figure di medici ed infermieri. Le regioni123 sono state: Abruzzo (Asl Lanciano-Vasto-Chieti; Asl Pescara; Asl Teramo; Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila; San Raffaele Sulmona), Basilicata (ASM Matera; CROB Centro di riferimento oncologico della Basilicata Rionero in Vulture), Calabria (Asp Crotone),
Campania (Asl Avellino), Emilia-Romagna (Avviso Regionale di
119http://www.protezionecivile.gov.it/media-comunicazione/news/dettaglio/-
/asset_publisher/default/content/operatori-socio-sanitari-per-covid-19-al-via-la-selezione;
120http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalmi nistero&id=4586;
121https://www.inail.it/cs/internet/istituto/amministarzione-trasparente/bandi-di-concorso.html;
122Procedura straordinaria ai sensi dell’articolo 7 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, di arruolamento per chiamata diretta nell’Esercito italiano di 120 ufficiali medici e di 200 sottufficiali
infermieri - 2020-3https://concorsi.difesa.it/ei/nominadiretta/Straordinario2020/Pagine/home.aspx;
123https://www.almalaurea.it/covid-19/bandi-reclutamento-personale-medico-sanitario;
manifestazione di interesse per esercizio temporaneo professione sanitaria conseguita all’estero e regolata da specifiche direttive dell’Unione Europea in attuazione all’art.13 del Decreto-Legge del 17 marzo 2020 n.18; Azienda USL di Bologna; azienda Ospedaliero- Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi; Istituto Ortopedico Rizzoli; Azienda USL di Imola; Ausl Ferrara; Ausl Romagna; Ausl Parma; Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma; Azienda Sanitaria di Modena; Ausl Piacenza; Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura di tumori – Meldola), Friuli Venezia Giulia (ARCS Friuli Venezia Giulia), Lazio (avviso Regione Lazio per l’acquisizione di disponibilità di medici e CPS – infermieri, per svolgere attività nella Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale – USCAR quale organismo funzionale organizzato e gestito dall’INMI Spallanzani avvalendosi del SERESMI coordinato dall’Unità di Crisi Regionale Covid-19; Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata), Liguria (Alisa – Sistema Sanitario Regione Liguria), Lombardia (avviso pubblico regionale per manifestazione di interesse per medici specialisti, medici specializzandi, medici laureati, personale sanitario della dirigenza e dell’area del comparto; Istituto Humanitas di Bergamo, Rozzano e Castellanza; Policlinico San Donato), Marche (Azienda Sanitaria Unica Regionale; Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani – Ancona), Molise (Azienda Sanitaria Regionale del Molise), Piemonte (Azienda Ospedaliera Alessandria; Regione Piemonte; Asl TO4 Ciriè, Chivasso, Ivrea; Azienda Sanitaria Locale CN2 Alba Brà), Puglia (Asl Brindisi), Sicilia (Asp Palermo; Asp Ragusa; Asp Trapani; Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione – Palermo; Azienda Ospedaliera Universitaria – Policlinico G. Martino Messina; Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù; Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione
Garibaldi), Toscana (Usl Toscana Centro; Usl Toscana Nord Ovest Massa Carrara, Lucca, Versilia, Pisa, Livorno), Trentino-Alto Adige (Azienda Sanitaria dell’Alto Adige; Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento), Umbria (Usl Umbria 2), Veneto (Azienda ULSS 9 Scaligera; Azienda Zero).
In quasi la totalità di questi avvisi sono indetti per “manifestazione di interesse”. La manifestazione di interesse è uno strumento informativo che in genere, si collega ad una procedura negoziata per l’affidamento di un contratto sotto soglia. È pubblicato sul sito internet dell’ente promotore e può essere pubblicato sulla gazzetta ufficiale. Le norme cui fa riferimento sono contenute nel codice dei contratti pubblici, Il Decreto Legislativo n. 50 del 18/04/2016 e successive modifiche.124
Con la pubblicazione dell’avviso, si comunica l’oggetto contrattuale e
si sollecitano gli operatori economici nel consegnare la propria richiesta di partecipazione alla futura gara con procedura negoziata. Nell’avviso l’ente appaltante indica i dettagli del contratto e l’obbligatorietà di un’eventuale presa visione con un sopralluogo. Per l’operatore economico (candidato) si tratta di valutare il rischio di impresa e comunicare all’ente pubblico la propria candidatura per il successivo invito alla procedura negoziata. L’operatore economico (art. 45 del decreto legislativo 50/2016)125 può essere una persona fisica con partita IVA iscritta in un albo professionale oppure, una ditta individuale iscritta alla camera di commercio o una società di
persone.
124DECRETO LEGISLATIVO 18 aprile 2016, n. 50
Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti
di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonche' per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. (GU Serie Generale n.91 del 19-04-2016 - Suppl. Ordinario n.
10)https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPub blicazioneGazzetta=2016-04-19&atto.codiceRedazionale=16G00062
125Art. 45 del decreto legislativo 50/2016“Operatori economici” https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubbli cazioneGazzetta=2016-04-19&atto.codiceRedazionale=16G00062
2.2.3 Ampliamento e potenziamento delle strutture sanitarie
Nel Decreto – Legge “Cura Italia” 17 marzo 2020, n. 18, vi sono articoli che riguardano le modalità di ampliamento e potenziamento delle strutture sanitarie per la gestione dell’emergenza Covid-19. Nell’art. 4, “Disciplina delle aree sanitarie temporanee”126, le regioni e le province autonome possono attivare aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza ed assistenza, pubbliche e private, o di altri luoghi idonei, sino al termine dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020. Le opere edilizie strettamente necessarie a rendere le strutture idonee all’accoglienza e alla assistenza per le finalità di cui al comma 1 possono essere eseguite in deroga alla disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380. I lavori possono essere iniziati contestualmente alla presentazione della istanza e della denuncia di inizio di attività presso il comune competente. La presente disposizione si applica anche agli ospedali, ai policlinici universitari, agli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, alle strutture accreditate ed autorizzate.
Nell’art. 6, “Requisizioni in uso o in proprietà, fino al termine dello stato di emergenza”127, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile può disporre la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria, anche per assicurare la fornitura delle strutture e degli equipaggiamenti alle aziende sanitarie o ospedaliere
ubicate sul territorio nazionale, nonché per implementare il numero di
126Articolo 4 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Disciplina delle aree sanitarie
temporanee”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
127Articolo 6 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27)” Requisizioni in uso o in proprietà,
fino al termine dello stato di
emergenza”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
posti letto specializzati nei reparti di ricovero dei pazienti affetti da detta patologia. Contestualmente all’apprensione dei beni requisiti, l’amministrazione corrisponde al proprietario di detti beni una somma in denaro a titolo di indennità di requisizione.
Nei casi in cui occorra disporre temporaneamente di beni immobili per far fronte ad improrogabili esigenze connesse con l’emergenza, il Prefetto, su proposta del Dipartimento della Protezione Civile e sentito il Dipartimento di Prevenzione Territoriale competente, può disporre, con proprio decreto, la requisizione in uso di strutture alberghiere, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, laddove tali misure non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata. Il Prefetto, avvalendosi delle risorse di cui al presente decreto, corrisponde al proprietario di detti beni una somma in denaro a titolo di indennità di requisizione. L’indennità di requisizione è liquidata dallo stesso decreto del Prefetto, che ai fini della stima si avvale dell’Agenzia delle Entrate, alla stregua del valore corrente di mercato dell’immobile requisito o di quello di immobili di caratteristiche analoghe, in misura corrispondente, per ogni mese o frazione di mese di effettiva durata della requisizione, la requisizione degli immobili può protrarsi fino al
31 luglio 2020, ovvero fino al termine al quale sia stata ulteriormente prorogata la durata dello stato di emergenza.
Nell’art. 9, “Potenziamento delle strutture della sanità militare”128, è autorizzata per l’anno 2020 la spesa di 34,6 milioni di euro per il potenziamento dei servizi sanitari militari e per l’acquisto di dispositivi medici e presidi sanitari mirati alla gestione dei casi urgenti
e di bio-contenimento.
128Articolo 9 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27)“Potenziamento delle strutture della
sanità militare”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
2.2.4 Strutture mobili, ospedali da campo e volontariato
Come specificato dall’art. 4 del Decreto – Legge 17 marzo 2020, n.
18, “le regioni e le province autonome possono attivare aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza ed assistenza, pubbliche e private, o di altri luoghi idonei, per la gestione dell’emergenza”.129A tal proposito, per decongestionare gli ospedali ed evitare la contaminazione dei Pronto Soccorso, in modo da garantire l’attività ordinaria, si è fatto ricorso a tendostrutture per la costituzione di zone pre-triage, drive-in sanitari e ospedali da campo. Importante il ruolo del volontariato, riserva notevole di uomini, mezzi, strutture e tassello fondamentale della Protezione Civile, abituato da tempo ed addestrato all’utilizzo di materiali mobili nelle continue calamità che hanno colpito il nostro territorio.
Le tende pre-triage fanno parte delle misure di contenimento e delineano un percorso dedicato e riservato alle persone che si presentano al Pronto Soccorso con sintomi influenzali (febbre, tosse, raffreddore e mal di gola). Pertanto sono uno dei tanti strumenti per una presa in carico efficace ed efficiente dei possibili casi di Coronavirus, e nello stesso tempo per non esporre a rischio di contagio gli altri cittadini in attesa di PS, i sanitari e di conseguenza anche tutti coloro che frequentano o sono ricoverati in ospedale.
Nella mia città di appartenenza, Cava de’Tirreni (SA), il nosocomio cittadino ha adottato questo sistema di valutazione iniziale del paziente, in modo da creare una zona filtro per l’individuazione di
eventuali positivi tra i probabili fruitori del pronto soccorso.
129DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”. (GU Serie Generale n.70 del 17-03-2020)
ART. 4 “Disciplina delle aree sanitarie temporanee”
Figura 4. Tenda pre-triage al nosocomio S. Maria Incoronata dell'Olmo di Cava de'Tirreni (SA).
Le ASL territoriali hanno usufruito di postazioni attendate di accoglienza, sia per le persone che rientrano da viaggi nazionali e non (porti, aeroporti, stazioni) che per il normale tracciamento, definiti Drive-in sanitari, dove è possibile effettuare tamponi rapidi dal finestrino dell’auto (drive-through) o a piedi (walk-through)130.
In questa emergenza, tra le varie attività sanitarie sostenute di
prevenzione e lotta al Coronavirus, ho avuto modo di partecipare al montaggio di vari drive-in sanitari, essendo impegnato nella stessa con il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana ed uno in particolare, allestito per l’esecuzione dei tamponi per la Prefettura e la Polizia di Stato della Provincia di Salerno a ridosso dello stadio cittadino, ne ho immortalato i momenti del montaggio e il completamento visibili di
seguito.
130https://tg24.sky.it/cronaca/2020/09/11/drive-in-tamponi;
Figura 5. Montaggio Drive-in per esecuzione dei tamponi in modalità drive/walk-through a Salerno.
Figura 6. Drive-in completato: il personale sanitario dell'ASL Salerno e della Polizia di Stato eseguono le ultime operazioni di check list prima dell'ingresso delle auto nel percorso dedicato.
Figura 7. Drive-in completato.
Un altro esempio di Drive-in che posso riportare è quello montato nel parcheggio a ridosso del Distretto Sanitario della mia città di residenza, dalla Protezione Civile Comunale di Cava de’Tirreni.
Figura 8. Drive-in del Distretto Sanitario di Cava de'Tirreni per esecuzione tamponi in modalità drive/walk-through.
Fondamentale si è rivelata la costruzione di ospedali da campo, in supporto alle strutture sanitarie presenti sul territorio nazionale,
decongestionandole dal numeroso afflusso di pazienti Covid e preservandone le capacità operative per le attività sanitarie ordinarie. Ne sono stati allestiti numerosi, grazie all’aiuto dei volontari, delle forze armate e delle numerose donazioni internazionali.
A Bergamo, tra le città più colpite, i volontari dell’Associazione Nazionale Alpini supportati da Emergency e dai medici militari russi, hanno allestito nel complesso fieristico cittadino (requisito fino al 31 luglio) il presidio medico avanzato, a tutti gli effetti succursale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, provvisto di 20 posti letto di terapia intensiva, 52 di sub-intensiva e 70 per la degenza normale. Per la struttura sono stati fondamentali gli alpini volontari che hanno messo competenze ed apparecchiature mediche (ecografi, Tac, letti per l’urgenza)131.
A Piacenza (40 posti letto) e Crema (in provincia di Cremona) l’esercito ha allestito due ospedali da campo in supporto agli ospedali cittadini e ha garantito la presenza dei propri medici ed infermieri nelle strutture ospedaliere di Lodi, Bergamo, Alzano Lombardo (BG) oltre ai presidi sanitari costituiti a Castelnuovo Bocca D’Adda, Somaglia, Codogno e Casalpusterlengo, per un totale di 86 unità effettivi al personale sanitario dell’esercito132.
A Jesi, nelle Marche, la Protezione Civile ha disposto l’allestimento
dell’ospedale da campo della Marina Militare a supporto del nosocomio cittadino, provvisto di 40 posti letto di degenza gestiti direttamente dal personale militare e 4 posti letto di terapia intensiva gestiti da un pull di medici e rianimatori forniti dal Dipartimento della
Protezione Civile133.
131https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_03/alpini-volontari-ultral-ospedale-nasce-7-giorni- a67e62d2-75e4-11ea-856e-f9aa62c97d7a.shtml;
132www.esercito.difesa.it/comunicazione/Pagine/LEsercito-contro-il-covid-19.aspx;
133https://www.corriereadriatico.it/marche/coronavirus_ultime_notizie_marche_oggi_ospedali_ca mpo_covid_19_quello_marina_pronto_3_giorni_pre...;
A Schiavonia (PD), il 3° Stormo dell’Aeronautica Militare ha installato, in prossimità del nosocomio Covid-19 della città, l’ospedale da campo donato dall’Emirato del Qatar all’Italia. Si tratta di una struttura ospedaliera campale di oltre 5.000m/q composta da 4 tendostrutture. Inoltre l’aeronautica assicura il proprio contributo con medici ed infermieri impiegati negli ospedali civili134.
A Cremona, l’organizzazione internazionale Samaritan’s Purse (Stati Uniti), in collaborazione con il 3° Stormo dell’Aeronautica Militare, ha allestito un ospedale da campo con 60 posti letto e 8 unità di terapia intensiva in prossimità dell’Ospedale Maggiore135.
A Mortara, la Croce Rossa Italiana ha allestito un ospedale da campo a supporto del nosocomio Asilo Vittoria. Consta di due tende modulari, capaci di ospitare fino a 20 pazienti alla volta, che, in caso di necessità, possono essere adibite anche a terapia intensiva. Sono due reparti, per uomini e donne, completamente autonomi dal punto di vista energetico, dotati di ventilatori polmonari e postazioni di sanificazione per medici ed infermieri, acqua corrente, elettricità, aria condizionata e letti automatizzati136.
2.3 Il lavoro a distanza
Il lavoro a distanza è stato uno degli strumenti individuati dal governo come ausilio indispensabile nella realizzazione delle misure di contenimento, nel contesto della pandemia generata dall’emergenza Covid-19. L’esperienza del lavoro agile ha concorso ad una notevole diminuzione del rischio di esposizione al virus per una fascia estesa della popolazione ma ha anche costituito uno scenario nuovo in cui
pensare il lavoro, anche in contesti in cui non era ipotizzabile la
134www.aeronautica.difesa.it/comunicazione/notizie/Pagine/Coronavirus-il-3°-Stormo-a- Schiavonia-(PD)-per-la-realizzazione-dell’ospedale-da-campo;
135ibid;
136https://www.cri.it/20-05-20-mortara-ospedale-covid;
trasformazione a distanza delle modalità e delle forme dei rapporti di
lavoro in relazione a tempo, luogo, strumenti dell’attività lavorativa137.
2.3.1 Le misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica
da COVID-19
Nello specifico vi sono due decreti, il primo limitato alle prime zone rosse, il secondo esteso a tutto il territorio nazionale, ove si preannuncia la possibilità di lavoro agile come misura di contenimento del contagio, ovvero in modalità a distanza, e quindi all’esterno dei locali aziendali, per evitare il più possibile contatti prolungati e ravvicinati con persone che potrebbero essere infette.
Nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 febbraio
2020, n. 6138, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, all’art. 1 “Misure urgenti di contenimento del contagio nei comuni delle Regioni Lombardia e Veneto”139, lettera “n”, è riportata la sospensione delle attività lavorative per le imprese, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità, nonché di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare ovvero in modalità a distanza.
Nell’art. 3 “Applicazione del lavoro agile”,140 le modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017,
- 81141, è applicabile in via automatica ad ogni rapporto di lavoro
137L. De Angelis, G. Simoncelli, F. Bevilacqua, “Lavoro agile in situazioni emergenziali. Applicazione di un modello”ibrido” tra lavoro agile e telelavoro”. Inail 2020. Stampato dalla Tipolitografia Inail di Milano, Edizione 2020. Grafica ed Editing: D.G. Cogliani, F. Ceruti;
138DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23 febbraio 2020
“Disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia
di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.” (GU Serie Generale n.45 del 23-02-2020)https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/23/20A01228/sg
139 Art 1 “Misure urgenti di contenimento del contagio nei comuni delle Regioni Lombardia e
Veneto”Decreto Del Presidente Del Consiglio Dei Ministri 23 febbraio
2020 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/23/20A01228/sg
140Art 3 “Applicazione del lavoro agile” Decreto Del Presidente Del Consiglio Dei Ministri 23 febbraio 2020 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/23/20A01228/sg
141LEGGE 22 maggio 2017, n. 81
subordinato nell’ambito di aree considerate a rischio nelle situazioni di emergenza nazionale o locale nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni e anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti. I comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio di questo primo decreto sono state:
1) Lombardia: Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini;
2) Veneto: Vo’.
Nel Decreto-Legge 25 marzo 2020, n.19142, emanato dal Presidente della Repubblica in materia di Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’art. 1 “Misure urgenti per evitare la diffusione da Covid-19”143, lettera “s” specifica la limitazione della presenza fisica dei dipendenti negli uffici delle amministrazioni pubbliche, fatte comunque salve le attività indifferibili e l’erogazione dei servizi essenziali prioritariamente mediante il ricorso a modalità di lavoro agile. La lettera “z” specifica la limitazione o sospensione di altre attività d’impresa professionali, anche ove comportanti l’esercizio di pubbliche funzioni, nonché di lavoro autonomo, con possibilità di esclusione dei servizi di pubblica necessità previa assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza
interpersonale predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il
“Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.”(GU Serie Generale n.135 del 13-06-2017)https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/13/17G00096/sg
142DECRETO-LEGGE 25 marzo 2020, n. 19
“Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19”.(GU Serie Generale n.79 del 25-03-2020)
note: Entrata in vigore del provvedimento: 26/03/2020
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 22 maggio 2020, n. 35 (in G.U. 23/05/2020,
143Art. 1 “Misure urgenti per evitare la diffusione da Covid-19143DECRETO-LEGGE 25 marzo
2020, n. 19 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/25/20G00035/sg
rischio di contagio come principale misura di contenimento, con adozione di adeguati strumenti di protezione individuale. Nella sottosezione “ff” si indica la predisposizione di modalità di lavoro agile, anche in deroga alla disciplina vigente.
2.3.2 Pubblicazione INAIL 2020: “Lavoro agile in situazioni emergenziali. Applicazione di un modello “ibrido” tra lavoro agile e telelavoro”144
L’emergenza sanitaria ha reso necessaria l’assunzione di misure restrittive da parte delle autorità governative, prevedendo tra l’altro l’adozione del lavoro a distanza per il proseguo delle attività lavorative pubbliche e private, anche in assenza di accordi individuali previsti dalla legge di riferimento. Il lavoro agile si basa su un rapporto fiduciario tra lavoratore e datore di lavoro e su una maggiore flessibilità. Nell’ultimo decennio, la trasformazione digitale e tecnologica ha prodotto modi innovativi di comunicare e lavorare, che hanno consentito di superare rigidità presenti nei modelli organizzativi della società economica ed industriale preesistente. L’attuale scenario pandemico e le disposizioni legislative emanate per contrastarlo, hanno permesso a molte aziende pubbliche e private di utilizzare il lavoro agile come modalità ordinaria della prestazione lavorativa, permettendo ai dipendenti di svolgere l’attività dalla propria abitazione. Tale misura anti-Covid ha determinato una modalità di lavoro a distanza che è una via di mezzo tra il telelavoro e il lavoro agile, integrando i requisiti essenziali e tipici dei due modelli. Tale modalità di lavoro, superando il vincolo della concessione di strumentazione tecnologica ed informatica fornita e messa in sicurezza dal datore di lavoro, ha realizzato un modello “ibrido” di prestazione
lavorativa non esente da criticità con inevitabili impatti sulla salute e
144L. De Angelis, G. Simoncelli, F. Bevilacqua, “Lavoro agile in situazioni emergenziali.
Applicazione di un modello”ibrido” tra lavoro agile e telelavoro.” Inail 2020. op. cit.;
sicurezza. Il Telelavoro è una forma volontaria di lavoro a distanza, un rapporto di lavoro subordinato, che incide sugli aspetti organizzativi dell’attività lavorativa, il cosiddetto decentramento produttivo. Il Lavoro Agile è una modalità esecutiva del rapporto di lavoro subordinato, basata essenzialmente su un obbligo di risultato che si realizza attraverso un accordo scritto tra le parti. Tale accordo disciplina l’esecuzione della prestazione svolta all’esterno dei locali del datore di lavoro, l’esercizio del potere direttivo, gli strumenti di lavoro, tempi di riposo, ecc.
Il telelavoro ed il lavoro agile rappresentano lo sviluppo normativo di due particolari tipologie del “lavoro a distanza”. Sicuramente l’evoluzione concettuale del lavoro a distanza in modalità agile si coglie nello svolgimento della prestazione lavorativa fondata su una maggiore autonomia del lavoratore nel definire le modalità esecutive della propria attività e su una maggiore responsabilità dello stesso per il raggiungimento dei risultati pianificati. Nel telelavoro si mantiene il requisito più qualificante della subordinazione, l’eterodirezione del datore di lavoro: osservanza cadenza dei tempi di lavoro, esecuzione della prestazione sotto le regolari direttive del datore di lavoro e compenso. Il telelavoratore è vincolato ad una postazione fissa e prestabilita, nel rispetto degli stessi limiti orari che avrebbe rispettato in ufficio. In merito alla sicurezza, ai telelavoratori si applicano le norme previste per i dipendenti che svolgono la medesima attività in azienda o in ufficio. Nel lavoro agile, l’esercizio del potere di direzione e controllo del datore di lavoro è rimesso all’autonomia negoziale delle parti tramite accordo dove si specificano le modalità e gli eventuali comportamenti sanzionabili. In tale modalità di lavoro, caratterizzata dalla flessibilità, al fine di limitare la sovrapposizione tra tempi e spazi di lavoro e tempi e spazi di vita privata, è riconosciuto al lavoratore agile un vero e proprio diritto, quello alla
disconnessione. In tale contesto, si configura come un dovere del lavoratore a tutela della sua salute finalizzato ad evitare la facile commistione tra la dimensione personale e quella lavorativa. Ed infatti, la L. 81/2017, art. 19, com. 1, prevede che l’accordo scritto in merito allo svolgimento della prestazione lavorativa deve individuare “i tempi di riposo del lavoratore nonché le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.”145 Poiché le modalità del lavoro agile non consentono al datore di lavoro il previo controllo dell’ambiente scelto dall’operatore il rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza, è garantito attraverso la consegna al dipendente “agile” e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, di un’informativa scritta, con cadenza almeno annuale, nella quale sono individuati i rischi generali e i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. In particolare, il datore è responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici consegnati al lavoratore per lo svolgimento dell’attività, nonché della loro manutenzione.
La velocità imposta dal cambiamento obbligato dall’emergenza ha comportato una sovrapposizione tra ambiente lavorativo e ambiente di domestico, in cui la convivenza tra componenti familiari rende la gestione del lavoro complessa. L’obbligatorietà del contesto abitativo come unico luogo occupazionale, l’interazione con le attività domestiche, la necessità di organizzare lo spazio casalingo, la compresenza degli altri membri della famiglia, con una pluralità anch’essi di proprie esigenze, spinge il lavoratore ad una pericolosa promiscuità tra vita lavorativa e quella personale, viziata da abitudini quotidiane, che inducono ad un’eccessiva confidenzialità con
l’ambiente circostante, che si traduce in un elevato numero di
145https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/13/17G00096/sg
infortuni domestici. Il lavoratore agile è coinvolto in un’auto responsabilità comportamentale e a sua volta è promotore di una formazione condivisa con gli altri membri del nucleo familiare, ai fini della prevenzione. Si sviluppano, in tale fase, i concetti di sicurezza partecipata, responsabilità e auto-responsabilità introdotti dal d.lgs
626/1994, integrati dal d.lgs 81/2008 e sviluppati nei vari modelli disciplinati di lavoro a distanza. Il lavoro a distanza ha consentito il proseguimento di molte attività produttive e le tecnologie hanno consentito un adeguamento repentino. Il lavoro agile rappresenta un’occasione di riflessione e futura sperimentazione.
2.3.3 La medicina a distanza, ma accanto al paziente
I Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta rappresentano la prima linea della medicina territoriale. Purtroppo ad inizio pandemia molti di loro sono stati coinvolti dall’infezione, lasciando numerosi uomini sul campo di battaglia, sia per non conoscenza del nemico e sia per la scarsità dei dispositivi di protezione. A tal proposito, per far si che la prima linea non cedesse, la medicina generale si è dovuta adeguare alla situazione. La FIMMG, il 22 febbraio 2020, invia ai medici di medicina generale un comunicato stampa riguardante un protocollo di prevenzione146. Il protocollo prevede che in caso di sintomi influenzali, anche di una febbre non troppo alta ma persistente, è bene che non ci si muova verso lo studio del medico di famiglia né verso l’ospedale se non dopo aver contattato i numeri di pubblica utilità creati a livello nazionale e regionale sulla infezione da coronavirus. In presenza di sintomi di affezioni respiratorie è bene restare a casa e chiamare il medico di famiglia, il quale fornirà tutte le informazioni e le indicazioni migliori
in assoluta sicurezza. L’obiettivo è chiaramente quello di ridurre al
146www.fimmg.org/index.php?action=pages&m=view&p=43&art=3810;
minimo le occasioni di contatto tra pazienti. A tutti i medici della medicina generale è stata fornita una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre ai pazienti, sospetti Contagiati Covid-19, domande con le quali fare una prima diagnosi. Sarà sempre il medico di famiglia a consigliare ogni ulteriore step da seguire147.
Un’ulteriore arma a favore della medicina generale è contenuta nell’Ordinanza del 19 marzo 2020, n. 651, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, riguardante ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologia derivanti da agenti virali trasmissibili148. Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, nell’art. 1 “Utilizzo di strumenti alternativi al promemoria cartaceo della ricetta elettronica,” dispone che al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico prescrittore, l’assistito può chiedere al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del numero di ricetta elettronica tramite:
1) Trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico proscrittore la casella di posta elettronica certificata (PEC) o quella di posta elettronica ordinaria (PEO);
2) Comunicazione del numero di ricetta elettronica con SMS o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico
proscrittore il numero di telefono mobile;
147www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalminister o&id=4084;
148Ocdpc n. 651 del 19 marzo 2020. “Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione
all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da
agenti virali trasmissibili” 19 marzo 2020 Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.74 del 21 marzo
2020http://www.protezionecivile.gov.it/amministrazione-trasparente/provvedimenti/dettaglio/-
/asset_publisher/default/content/ocdpc-n-651-del-19-marzo-2020-ulteriori-interventi-urgenti-di- protezione-civile-in-relazione-all-emergenza-relativa-al-rischio-sanitario-connesso-all-
3) Comunicazione telefonica da parte del medico proscrittore del numero di ricetta elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico.
Non vi è più la necessità di ritirare fisicamente, e portare in farmacia, il promemoria cartaceo. Si tratta di un’ulteriore misura che viene incontro alla necessità di limitare la circolazione dei cittadini e di arrestare i contagi. Nella stessa ordinanza vengono disciplinate anche tutte le modalità operative per farmacie ed ASL per i farmaci distribuiti in modalità diverse dal regime convenzionale e per i medicinali che richiedono un controllo ricorrente dei pazienti149. Come si vede da queste modalità indicate, è stato superato il concetto di Telemedicina, in quanto si sono usati sistemi di comunicazione più consoni e più pratici per gli utenti, rispetto al concetto di Centro Erogatore che prevede comunicazioni tramite piattaforme autorizzate/accreditate dalla Regione o dalle province autonome.
2.3.4 La fisioterapia a distanza
In considerazione della persistenza della situazione pandemica, in medicina, e di conseguenza nelle sue ramificazioni come in fisioterapia, si è presentata la necessità di rimodulare le prestazioni con modalità a distanza. Il Documento150 congiunto AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) e commissioni di Albo dei Fisioterapisti indica quanto segue:
Processare le richieste dei pazienti identificando la non differibilità di valutazione/trattamento IN PRESENZA o la
possibilità di erogare le prestazioni in forma di
149www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=ital iano&menu=notizie&p=dalministero&id=4278;
150Documento congiunto AIFI – Commissioni di Albo dei Fisioterapisti, Aggiornamento della
Nota sulla Rimodulazione degli Interventi Fisioterapici nell’Emergenza Covid-19, aggiornato al
DPCM 10 aprile 2020 – revisione del 20/04/2020;
https://aifi.net/wp-content/uploads/2020/04/Aggiornamento-rimodulazione-interventi-FT-CDAFT- AIFI-agg-20-02-2020-Finale.pdf
consulenza/trattamento A DISTANZA condividendo con il paziente la scelta anche riguardo alla necessità di contrastare, attraverso la riduzione degli spostamenti, la diffusione di SARS-CoV-2;
Utilizzare la modalità A DISTANZA per tutto ciò che è possibile come prevalutazioni delle condizioni del paziente, monitoraggio e modifica di percorsi avviati in presenza con esercizi che possono essere autogestiti dal paziente o dal caregiver;
Adottare la modalità IN PRESENZA per la valutazione e prime sedute in pazienti con;
- Esiti recenti di interventi chirurgici, nei traumi e la fase immediatamente post acuta di patologie invalidanti neurologiche, cardiorespiratorie, oncologiche, viscerali;
- Disfunzioni e patologie negli apparati muscolo-scheletrico, neurologico, vascolare e cardiorespiratorio indotti da Covid-19 in pazienti dichiarati guariti;
- Gravi patologie disabilitanti dell’età evolutiva;
- Disfunzioni acute e sub-acute per le quali un intervento fisioterapico non tempestivo comporterebbe rischio di cronicizzazione o di insorgenza di patologie secondarie;
- Condizioni croniche-degenerative in fase di peggioramento del quadro funzionale.
2.3.5 Le teleconsulenze fisioterapiche151
Nell’emergenza legata a Covid-19 vi è una precisa indicazione governativa verso l’erogazione anche delle attività sanitarie, laddove possibile, attuando modalità alternative quali la telemedicina. Gli aspetti positivi connessi ai teleconsulti fisioterapici (es. minor impegno di tempo per il paziente grazie alla riduzione degli spostamenti, minor costi per il professionista per materiali di consumo, possibilità di distribuire con maggiore frequenza sedute anche di breve durata per controllo e monitoraggio, …) nonché le prove di efficacia presenti in letteratura, suggeriscono l’opportunità di integrare tale modalità nella pratica professionale fisioterapica anche al di là dell’emergenza Covid-19. I consulti fisioterapici a distanza si possono realizzare per diverse finalità sanitarie e, pur non sostituendo la prestazione sanitaria tradizionale, costituiscono uno strumento importante per garantire ai pazienti un supporto personalizzato e continuità delle cure. Le finalità principali di teleconsulenze applicate alla fisioterapia sono:
1) Prevenzione: teleconsulenze dedicate alle categorie di persone classificate a rischio o persone già affette da patologie le quali, pur conducendo una vita normale necessitano di valutazioni e interventi preventivi di danni secondari;
2) Interventi fisioterapici: teleconsulenze che prevedono proposte
di strategie finalizzate al miglioramento funzionale all’interno di un intervento personalizzato a distanza;
151Teleconsulenze fisioterapiche, “Sintesi delle Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina approvate dal Consiglio Superiore di Sanità del 10 luglio 2012”, http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2129, eadattamento allo specifico dei teleconsulti fisioterapici. Documento congiunto AIFI – Commissioni di Albo dei Fisioterapisti, Aggiornamento della Nota sulla Rimodulazione degli Interventi Fisioterapici nell’Emergenza Covid-19, aggiornato al DPCM 10 aprile 2020 – revisione del 20/04/2020; https://aifi.net/wp-content/uploads/2020/04/Aggiornamento-rimodulazione- interventi-FT-CDAFT-AIFI-agg-20-02-2020-Finale.pdf
3) Riabilitazione: teleconsulenze che prevedono valutazioni e interventi orientati a superamento di limitazioni delle attività e/o restrizioni della partecipazione (es. identificazione ausili, addestramento del paziente/caregiver, valutazioni ambientali, suggerimenti per adattamenti ambientali, educazione terapeutica …);
4) Monitoraggio: “appuntamenti funzionali” in teleconsulenza finalizzati a garantire il monitoraggio delle condizioni funzionali, verifica del programma concordato con il paziente, supporto ai caregiver, consulenze su particolari aspetti che non richiedono l’intervento diretto del fisioterapista ma sono fondamentali in un’ottica di supporto all’adesione al piano terapeutico/empowerment in particolare in situazioni di cronicità.
2.4 L’impegno per la produzione di dpi e presidi per ventilazione assistita
Questa emergenza ha messo in risalto la non autosufficienza del nostro paese nella disponibilità e produzione di Dispositivi di Protezione Individuale e presidi per la ventilazione assistita. Il Decreto-Legge “Cura Italia” 17 marzo 2020, n. 18, ha dedicato 2 articoli a riguardo.
Nell’art. 5, “Incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici”152, si specifica che il Commissario straordinario è autorizzato a erogare finanziamenti mediante contributi a fondo perduto e in conto gestione, nonché finanziamenti agevolati, alle imprese produttrici di
tali dispositivi. I Dispositivi di Protezione Individuale sono forniti in via prioritaria ai medici e agli operatori sanitari e sociosanitari. Per le
finalità di cui al presente articolo, è autorizzata la spesa di 50 milioni
152Articolo 5 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici”https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
di euro per l’anno 2020, per contributi a fondo perduto e per finanziamenti agevolati, secondo modalità compatibili con la normativa europea.
Nell’art.15 “Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale”153si specifica che fino alla fine dell’emergenza è consentito produrre, importare e immettere in commercio mascherine chirurgiche e Dispositivi di Protezione Individuale in deroga alle vigenti disposizioni. I produttori e gli importatori delle mascherine chirurgiche e coloro che li immettono in commercio i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all’ Istituto Superiore di Sanità una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilità, attestano le caratteristiche tecniche delle mascherine e dichiarano che le stesse rispettano tutti i requisiti di sicurezza di cui alla vigente normativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione le aziende produttrici e gli importatori devono altresì trasmettere all’ISS ogni elemento utile alla validazione delle mascherine chirurgiche oggetto della stessa. L’ISS, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza delle mascherine chirurgiche alle norme vigenti. I produttori, gli importatori dei dispositivi di protezione individuale che li immettono in commercio, i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all’INAIL una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilità, attestano le caratteristiche tecniche dei citati dispositivi e dichiarano che gli stessi rispettano tutti i requisiti di sicurezza di cui alla vigente normativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione le
aziende produttrici e gli importatori devono altresì trasmettere
153Articolo 15 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale” https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
all’INAIL ogni elemento utile alla validazione dei dispositivi di protezione individuale oggetto della stessa. L’INAIL, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato, si pronuncia circa la rispondenza dei dispositivi di protezione individuale alle norme vigenti. Qualora all’esito della valutazione dell’ISS e dell’INAIL i produttori risultino non conformi alle vigenti norme, impregiudicata l’applicazione delle disposizioni in materia di autocertificazione, il produttore ne cessa immediatamente la produzione e all’importatore è fatto divieto di immissione in commercio.
2.4.1 Le aziende riconvertono le produzioni
Alcune aziende italiane, sulle orme dei precedenti articoli enunciati dal Decreto “Cura Italia”, riconvertono le proprie linee di produzione per far fronte all’aumento di domanda di DPI e ventilatori polmonari da parte del sistema sanitario.
La holding Exor (Gruppo FCA e Ferrari) della famiglia Agnelli, ha messo a disposizione le proprie fabbriche e i propri collaboratori per accelerare la produzione di respiratori polmonari per la terapia intensiva. L’unico produttore italiano di ventilatori, la bolognese Siare Engineering, pur avendo annullato tutte le commesse estere, non riesce a stare a passo con la domanda degli ospedali italiani e l’impegno di consegnare 125 macchine salvavita a settimana, 2.000 dispositivi entro luglio. Per sostenere questa azienda, l’esercito ha inviato 25 suoi tecnici per fronteggiare il picco di lavoro nello stabilimento Siare, mentre Ferrari e Fiat Chrysler hanno aperto i propri siti produttivi per supportare la produzione di componentistica e l’assemblaggio dei respiratori, mettendo a disposizione gli impianti
del Cavallino rampante a Modena e Maranello e Marelli a Bologna154.
154https://www.ilsole24ore.com/art/ferrari-e-marelli-pronte-ad-aprire-fabbriche-produzione- respiratori-AD2YKhE
Per quanto riguarda la produzione di DPI (mascherine e camici), grandi brand della moda italiana ed internazionale si sono attivati per riconvertire la propria produzione, in linea con le indicazioni contenute nel decreto governativo “Cura Italia”. La neo produzione sarà destinata alle strutture sanitarie e agli enti impegnati in prima linea nella lotta al Coronavirus in primis, e poi alla distribuzione su larga scala alla popolazione civile.
2.4.2 L’ingegno in emergenza
In tempi di crisi, trovare soluzioni innovative nel più breve tempo possibile è uno degli aspetti fondamentali per cercare di uscirne al meglio. È così che l’ingegnere bresciano Cristian Fracassi, CEO e fondatore di Isinnova, grazie alla stampa 3D, ha trovato il modo di trasformare una maschera da sub, realizzata e commercializzata da Decathlon, in una maschera C-PAP (Continuous Positive Airway Pressure) per la terapia sub-intensiva.
Figura 9. Maschera da snorkeling della decathlon ai pazienti malati di coronavirus all'Ospedale Maria
Pia di Torino155.
L’idea della realizzazione è venuta al Dott. Renato Favero, ex primario, che si è rivolto a Isinnova per renderla concreta. Decathlon ha subito reso disponibile il modello CAD Easybreath, al quale è stato disegnato e stampato 3D il raccordo con il respiratore, denominato “valvola Charlotte”, immediatamente brevettato per impedirne
speculazioni commerciali, specificando che il brevetto resterà ad uso
155www.sport.sky.it/calcio/2020/04/08/maschere-decathlon-coronavirus-foto#00;
libero, affinché qualsiasi ospedale possa usufruirne. Non è sostitutiva degli altri presidi, ma può essere usata nei pronto soccorso, permettendo ai pazienti di attendere un posto letto rimanendo sotto ossigeno e senza inquinare l’ambiente. Né la maschera né il raccordo sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di contingente necessità. L’impiego da parte del paziente richiede una dichiarazione firmata in cui viene accettato l’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato156.Maschera da sub, poi respiratore di emergenza, ed anche mascherina riutilizzabile Ffp3. In tempi di emergenza sono mille i modi in cui può essere utilizzata la maschera Easybreath della Decathlon. Andrea Ferrante e Stefano Girardi, soci di un azienda che si occupa di stampa 3D e ingegnerizzazione di prodotti (Master solution), hanno elaborato e realizzato l’idea di Giorgio Bazzano, infermiere che lavora in una clinica milanese. Il raccordo, che si innesta al posto del boccaglio, è in grado di accogliere due filtri
3M con capacità Ffp3 e quindi in grado di filtrare l’aria e fermare il virus. Una volta sostituiti i filtri (la durata è certificata dal produttore) la protezione si può riutilizzare157.I due imprenditori specificano che non è un prodotto né omologato e né certificato, ma può funzionare per l’emergenza e protegge molto di più di quello che c’è adesso sul mercato.
Figura 10. La maschera Easybreath modificata per operatori sanitari.
156https://biomedicalcue.it/covid19-maschera-sub-decathlon-respiratore/18470/;
157https://www.milanotoday.it/attualita/coronavirus/mascherina-maschera-decathlon.html;
CAPITOLO III:
LE POSSIBILI SOLUZIONI PER IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
Nel capitolo precedente sono state illustrate le soluzioni poste in essere dalle istituzioni nazionali, le quali hanno agito cercando di soddisfare le necessità del Sistema Sanitario, aiutandolo e sostenendolo nel reggere l’urto della prima ondata pandemica. Un Sistema Sanitario abituato all’ordinario della propria azione, capace di far fronte alle patologie legate all’invecchiamento, alle cronicità e alle tante altre che colpiscono ogni anno la nostra popolazione. Ma analizzando a mente fredda ciò che è stato fatto, possiamo domandarci: “E’ possibile fare di più?” ovvero “E’ possibile fare qualcosa che resti nel tempo e possa aiutarci in una probabile e nuova sfida futura?”. A queste domande ho cercato di rispondere sin da inizio pandemia, cercando di carpire sul campo e dalle informazioni pervenute, cosa si potesse fare e sono giunto alle possibili soluzioni da poter aggiungere a quelle già messe in atto dalle istituzioni governative.
3.1 Un valore aggiunto alle finanze della sanità: La
Fondazione ONLUS
Le aziende sanitarie o ospedaliere, a seconda dei casi, per definirsi tali, non devono guardare ai bilanci solo nell’ottica dei tagli per il risparmio della spesa o il rientro di bilancio, ma devono attrarre capitali, dunque sapersi vendere sul mercato sanitario. La Fondazione è una soluzione all’incremento dei capitali disponibili per un’azienda che opera in ambito sanitario. Le Fondazioni Onlus sono delle organizzazioni senza obiettivo di lucro, che permettono di gestire
un’attività imprenditoriale per scopi educativi, culturali, religiosi,
sociali o di pubblica utilità158.
La disciplina legislativa delle Onlus è contenuta nel D. Lgs. n.460/1997.159 Sono considerate Onlus le associazioni, le fondazioni, i comitati, le società cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o senza personalità giuridica, i cui statuti o atti costitutivi, redatti nella forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata, contengano una serie di previsioni relative all’attività istituzionale dell’ente ed alla destinazione degli utili (specificatamente, l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale e il divieto di distribuire gli utili). Le ragioni che spingono a costituire una fondazione Onlus possono essere di varia natura. Essa vincolerà anche il patrimonio al conseguimento del suo obiettivo sociale. La struttura della fondazione Onlus viene definita mediante il documento costitutivo. Questo atto pubblico stabilisce anche l’obiettivo societario ed i mezzi patrimoniali da adoperare per raggiungerlo al meglio. La parte normativa dell’atto costitutivo viene, invece, rappresentata dallo Statuto (redatto generalmente dal fondatore), il quale contiene l’insieme delle norme che regolano la fondazione Onlus. Per poter avviare la fondazione è indispensabile l’atto notarile e, di seguito, chiedere il riconoscimento della società presso la Regione (quando si opera a livello regionale) o la Prefettura di competenza (se la fondazione Onlus viene svolta a livello nazionale). In seguito è comunque possibile eseguire il passaggio da
fondazione regionale a fondazione nazionale o viceversa. La qualifica
158Piedepalumbo L., “Come costituire fondazione Onlus.” Pubblicato il 22/06/2018 su https://lavoroefinanza.soldionline.it/come-costituire-fondazione-onlus-361727.html#steps_0;
159DECRETO LEGISLATIVO 4 dicembre 1997, n. 460
“Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non
lucrative di utilita' sociale.” (GU Serie Generale n.1 del 02-01-1998 - Suppl. Ordinario n.
1)https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1998/01/02/097G0489/sg
di Onlus risulta all’anagrafe unica delle Onlus istituita presso il
Ministero delle Finanze160.
3.1.1 Il caso della fondazione dell’ospedale pediatrico Anna Meyer –
O.N.L.U.S.
La Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer nasce come supporto all’attività di comunicazione, marketing e raccolta fondi per il Meyer, l’Ospedale dei Bambini che si trova a Firenze, punto di riferimento per la pediatria nazionale per la ricerca, per le metodologie innovative di cura e per l’accoglienza del bambino. La Fondazione lo sostiene con azioni ad alto “valore aggiunto” che lo qualificano maggiormente sotto il profilo tecnico-scientifico, investendo in ricerca, tecnologia, innovazione, al fine di migliorare la cura, la salute e il benessere del bambino161. La Fondazione Meyer è un “soggetto politico” innovativo nello scenario nazionale, in cui in maniera esemplare, da 20 anni, collaborano con proficuità un ospedale pediatrico pubblico e una realtà privata non profit del terzo settore.
3.1.2 Lo statuto della Fondazione Meyer
Lo Statuto, come accennato in precedenza, rappresenta la parte normativa, ovvero l’insieme delle norme che regolano la fondazione. Di seguito riporto i punti salienti dello statuto della Fondazione in questione.
La Fondazione Meyer si propone di svolgere opera di supporto e/o sostegno all’attività istituzionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer denominata “Ospedale Pediatrico Meyer”, in linea con quanto riportato nei documenti programmatici dell’Azienda
stessa. In particolare gli ambiti di operatività sono:
160ibid;
161https://www.fondazionemeyer.it;
Supporto allo sviluppo dell’attività di ricerca sulla tematica del bambino ospedalizzato con particolare riferimento alle problematiche psico-pedagogiche;
Supporto all’impegno del Meyer per migliorare la qualità
dell’accoglienza e soggiorno dei bambini e delle famiglie;
Sostegno alla formazione del personale del Meyer;
Sostegno alle attività di ricerca scientifica svolte dal Meyer;
Raccolta fondi e connessa attività di marketing, con l’organizzazione in proprio di iniziative orientate a tal fine nonché la commercializzazione di materiale specifico (gadgets, biglietti di auguri, ecc.);
Sviluppo di iniziative di radicamento del Meyer sul territorio;
Altre attività, anche commerciali, connesse al perseguimento delle finalità della Fondazione.
La Fondazione ha l’esclusivo scopo di perseguire le menzionate finalità e le è fatto divieto di svolgere attività diverse ad eccezione di quelle connesse a tali scopi.
Sono organi della Fondazione:
Il Presidente;
Il Consiglio di Amministrazione;
Il Collegio dei Sindaci Revisori;
Il Comitato dei Garanti. Il Presidente della Fondazione:
Ha la legale rappresentanza della Fondazione, sia nei confronti di terzi sia in giudizio;
Convoca e presiede il Consiglio di Amministrazione, proponendo le materia da trattare nelle rispettive riunioni;
Può essere delegato a svolgere istituzionalmente affari specifici.
In casi di particolare urgenza il Presidente potrà adottare i provvedimenti stimati utili o opportuni nell’interesse della Fondazione, sottoponendoli poi tempestivamente alla ratifica del consiglio di amministrazione. Il presidente è nominato e revocato dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer e rimane in carica per tutto il tempo in cui resterà in carica il Direttore Generale dell’Ospedale.
Il Consiglio di Amministrazione è composto dal Presidente e da un numero di componenti variabile da 8 a 16, che rimangono in carica per 3 anni. La carica di consigliere di amministrazione, ivi comprese quelle del presidente, è gratuita. Il Consiglio di Amministrazione si riunisce almeno 4 volte l’anno e approva il bilancio di previsione entro il 31 dicembre di ogni anno relativamente all’anno successivo.
Il Collegio dei Sindaci Revisori è formato da 3 membri effettivi e 2 supplenti nominati dal Consiglio di Amministrazione. Essi sono scelti tra gli iscritti nel Registro dei Revisori Contabili. Il Collegio provvede al riscontro della gestione finanziaria, accerta la regolare tenuta delle scritture contabili, esprime il suo parere mediante un’apposita relazione sul Bilancio Consuntivo e sul Bilancio di Previsione. Durano in carica per un triennio.
La Fondazione è posta sotto la tutela morale di un Comitato di Garanti con funzione di Comitato Etico costituito da 3 membri nominati da parte del Consiglio di Amministrazione su proposta del Presidente e resta in carica per 3 anni. Il Comitato dei Garanti ha il compito di vigilare sulla coerenza delle attività della Fondazione rispetto ai valori perseguiti. I membri sono esterni all’Ospedale e alla Fondazione, scelti tra soggetti con specifici valori ed ampiezza etica con qualificazione ed esperienza in alcuni tra i seguenti settori:
organizzazione amministrativa, sanitario, ospedaliero, ricerca scientifica o contabilità, bilancio e controllo interno, ovvero si siano distinti per competenza ed esperienza in campo accademico nonché nelle professioni. Possono essere rieletti e prestano la propria opera gratuitamente162.
3.1.3 La missione163
La Fondazione Meyer sostiene ed aiuta in modo determinante lo sviluppo delle attività sanitarie, la ricerca scientifica, l’aggiornamento tecnologico e le azioni di formazione permanente. Parallelamente è impegnata nel miglioramento della qualità dell’accoglienza dei bambini e delle loro famiglie. La Fondazione finanzia progetti ed interventi per migliorare la qualità del “sistema clinico-scientifico Meyer”, sostenendo iniziative di collaborazione con centri di ricerca nazionali ed internazionali per lo sviluppo e l’impiego di tecnologie innovative nel campo della ricerca biomedica. Una particolare attenzione viene posta alla ricerca traslazionale, vale a dire all’applicazione clinica dei dati ottenuti con le linee di ricerca sperimentali. Diversi settori dell’Ospedale, nella componente sia medica che infermieristica, sono coinvolti nella ricerca: dai settori chirurgici, che studiano l’utilizzo di tecnologie mini-invasive, a quelli medici interessati a nuove possibilità di diagnosi e cura di gravi malattie, specie se rare. Si accompagnano a questi, i progetti di ricerca del settore infermieristico e dei laboratori. Quello che accomuna tutti i progetti è l’origine della ricerca al letto del paziente e la ricaduta clinica dei risultati della ricerca. La Fondazione contribuisce a mantenere elevato lo standard tecnologico e l’eccellenza sanitaria
dell’Ospedale tramite l’acquisizione di importanti attrezzature
162www.fondazionemeyer.it/contrib/uploads/statuto_fondazione_meyer.pdf;
biomediche e di strumentazioni di laboratorio innovative. Tale livello di eccellenza, per essere mantenuto ed implementato, necessita di continuo aggiornamento del personale, per garantire una risposta sempre più certa, efficiente e tempestiva nella diagnosi e cura delle malattie.
3.1.4 La raccolta fondi e bilancio 2019164
Dalla sua nascita al 31/12/2019 la Fondazione Meyer ha raccolto per
l’Ospedale Meyer 102.862.471 euro in 20 anni. Nel 2019 ammonta a
12.879.293 euro. L’attività di raccolta fondi è articolata in varie campagne (tramite media tradizionali e comunicazione web 2.0), eventi e erogazioni ricevute da privati e imprese. Fra queste donazioni risultano le raccolte all’Ufficio Donazioni presso lo Shop Solidale dell’ospedale, attraverso il web, i social network (Facebook, instagram, youtube, twitter), le donazioni in natura (cessioni di immobili, premi assicurativi, premi inesitati di concorsi, spazi pubblicitari, automezzi,ecc…), la devoluzione del 5x1000 da parte dello Stato, sms e donazioni regolari. Nel 2019 la Fondazione ha una percentuale destinata all’attività istituzionale dell’80,16% su tutto ciò che è stato percepito, il restante copre le spese di comunicazione e Fundraising, amministrazione e controllo di gestione. Il tutto avviene grazie all’opera di tanti volontari a titolo gratuito.
3.1.5 Vantaggi e svantaggi di una fondazione
Dalla mia esperienza presso il Meyer, ed essendoci entrato in contatto per le varie attività sostenute come studente, ritengo che la Fondazione abbia i seguenti vantaggi:
La Fondazione Ospedaliera promuove l’immagine dell’ente
per il quale opera;
Umanizza l’Ospedale, avvicinandolo alla popolazione e incentivando il sostegno finanziario (fundrising), tramite attività di comunicazione e iniziative di vario genere;
Fa percepire l’Ospedale come “bene comune” nella
popolazione locale e limitrofa (campanilismo);
È un filtro per i capitali privati, nel senso che non permette ingerenze in un ente pubblico da parte dei soggetti donanti. Il privato dona e la sua opera termina dove inizia quella della Fondazione, soddisfacendo le richieste dell’ente pubblico. Il donatore ottiene agevolazioni fiscali dalla donazione che effettua;
Promuove l’adeguamento delle strumentazioni e l’aggiornamento scientifico del personale sanitario, limitando o annullando aggravi sul bilancio ospedaliero.
Come svantaggi, invece, possiamo individuare i seguenti:
La nascita in se della Fondazione; l’eseguire correttamente i vari adempimenti e tutto l’iter burocratico ad essa connessa;
La gestione delle forze in campo dai consiglieri ai volontari;
La gestione finanziaria e la sua contabilità;
Le attività da promuovere per avere un ritorno soddisfacente di fondi.
3.2 Possibili soluzioni per il potenziamento del personale e delle strutture sanitarie in situazioni di emergenza
Nel capitolo precedente abbiamo osservato cosa le istituzioni abbiano fatto per reclutare personale sanitario. Sono stati indetti bandi a tempo determinato e bandi per manifestazione di interesse, sia in enti
nazionali che locali. Ciò ha richiesto tempi di selezione e mobilitazione che hanno rallentato l’immissione in servizio del personale, posticipando la capacità di reazione all’emergenza e le esigenze del turn-over dei sanitari già in servizio presso i nosocomi, ormai stremati. In più, all’art. 12 del Decreto – Legge 17 marzo 2020, n. 18, Decreto “Cura Italia”, sotto la voce “Misure straordinarie per la permanenza in servizio del personale sanitario”165, si informa che al fine di far fronte alle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del Covid-19 e di garantire i livelli essenziali di assistenza, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data
31 gennaio 2020, verificata l’impossibilità di procedere al reclutamento del personale, possono trattenere in servizio i dirigenti medici e sanitari, nonché il personale del ruolo sanitario del comparto sanità e gli operatori socio-sanitari, anche in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza. Ai medesimi fini e per il medesimo periodo, il personale del ruolo dei medici e del settore sanitario della Polizia di Stato può essere trattenuto in servizio anche in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti sul collocamento in quiescenza.
3.2.1 I modelli dei corpi “ausiliari” e “riserva selezionata” delle
Forze Armate
Le forze armate, per rendere completa la risposta a qualsiasi necessità di impiego che si presenti, hanno ricercato personale qualificato e titolato al di fuori della propria componente, nel mondo civile, in modo da sopperire ad eventuali carenze organiche o vuoti
professionali. Attualmente le modalità di impiego di personale civile
165Articolo 12 Decreto "Cura Italia" (L. 24 aprile 2020, n. 27) “Misure straordinarie per la permanenza in servizio del personale sanitario” https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg
nei ruoli militari sono due: nei Corpi Ausiliari Militari dello Stato e nella Riserva Selezionata. I Corpi Ausiliari Militari dello Stato sono composti dal Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, dal Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana e dal Sacro Militare Ordine di Malta166. I Corpi della Croce Rossa Italiana lavorano in ausilio con tutte le Forze Armate Italiane, garantendo supporto sanitario e logistico. IL Sacro Militare Ordine di Malta opera in ausilio dell’Esercito Italiano fornendo supporto sanitario e logistico.Invece, nell’ambito delle Forze di completamento volontarie, per la sola categoria degli Ufficiali, lo Stato Maggiore dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri, prevedono la “Riserva Selezionata” al fine di disporre di un bacino di personale, uomini e donne, in possesso di particolari professionalità d’interesse non compiutamente disponibili nell’ambito delle stesse per soddisfare eventuali esigenze operative, addestrative e logistiche. A tutti coloro che superano l’iter selettivo viene conferita la nomina ad Ufficiale di complemento ai sensi dell’art. 674 del Decreto Legislativo 15 marzo
2010, n. 66 (Codice dell’Ordinamento Militare)167. Tale nomina costituisce un provvedimento che può essere adottato nei confronti di cittadini italiani in possesso di spiccata professionalità che diano ampio affidamento di prestare opera proficua nelle forze armate. Il provvedimento, quindi, è rivolto a personale in possesso di un ampio background di esperienze lavorative e di una maturità professionale coerenti con il titolo di studio e l’età posseduti. I professionisti che risulteranno in possesso delle professionalità di interesse per un
impiego quale “Specialista Funzionale”, saranno inseriti in un bacino,
166www.difesa.it/Content/Manifestazioni/2giugno/2009/LaRivistaMilitare/Pagine/6settore.aspx;
167Conferimento diretto del grado di ufficiale di complemento, art. 674, Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 Codice dell’Ordinamento Militare;
DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66. Codice dell'ordinamento militare. ((GU Serie
Generale n.106 del 08-05-2010 - Suppl. Ordinario n. 84)note: Entrata in vigore del provvedimento:
9/10/2010https://www.gazzettaufficiale.it/dettaglio/codici/ordinamentoMilitare
al termine dell’iter di selezione, ed impiegati sulla base delle esigenze istituzionali. Le lauree richieste sono: ingegneria, architettura, medicina e chirurgia, scienze politiche/scienze internazionali e diplomatiche,lingue e lettere straniere, scienze della comunicazione, informatica, giurisprudenza. La scelta è dettata da priorità di impiego dei Reparti in Patria e dei Contingenti militari impiegati all’estero168. Un’altra forma di supporto alle forze armate è l’ausiliaria. Il personale militare, in servizio permanente effettivo, è collocato in ausiliaria esclusivamente a seguito della cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito. Il personale militare permane in ausiliaria:
- a) fino a 65 anni, se con limite di età per la cessazione dal servizio pari o superiore a 60 anni, ma inferiore a 62 anni;
- b) fino a 67 anni, se con limite di età per la cessazione dal servizio pari o superiore a 62 anni e, cominque, per un periodo non inferiore ai 5 anni.
All’atto della cessazione dal servizio, il personale viene iscritto in appositi ruoli dell’ausiliaria, da pubblicare annualmente nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana con indicazione della categoria, del ruolo di appartenenza, nonché del grado rivestito. Le pubbliche amministrazioni statali e territoriali, limitatamente alla copertura delle forze in organico, possono avanzare formale richiesta al competente Ministero per l’utilizzo del suddetto personale, nell’ambito della provincia di residenza ed in incarichi adeguati al ruolo ed al grado
rivestito.
168www.esercito.difesa.it/concorsi-e-arruolamenti/ufficiali/Pagine/riserva-selezionata.aspx;
3.2.2 Il corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana
La Croce Rossa Italiana, in virtù delle convenzioni internazionali ed in forza delle vigenti leggi in Italia,dispone tra le sue componenti, con facoltà di impiegarlo per l’assolvimento dei compiti di emergenza del tempo di pace e del tempo di guerra, di un proprio Corpo Militare, composto di elementi arruolati volontariamente nelle diverse categorie dei suoi ruoli. Detto personale una volta arruolato può essere volontariamente richiamato in servizio per pubbliche necessità e per addestramento o impiegato in attività di volontariato all’interno dell’associazione. L’organizzazione dei servizi cui è destinato il Corpo Militare CRI nonché il conseguente impiego, sono determinati dai competenti organi del Ministero della Difesa, essendo il Corpo ausiliario delle Forze Armate dello Stato. Il personale del Corpo, quando è chiamato in servizio, ha lo status militare a tutti gli effetti ed è regolato dal Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare)169 e dal Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90 (Testo Unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell’art.
14 della legge 28 novembre 2005, n. 246)170.
In tempo di guerra il Corpo Militare della CRI ha lo scopo:
contribuire con mezzi e personale proprio allo sgombero, alla cura dei feriti e dei malati di guerra;
organizzare ed eseguire la difesa sanitaria antiaerea;
169DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66. “Codice dell'ordinamento militare.” ((GU Serie Generale n.106 del 08-05-2010 - Suppl. Ordinario n.
84)https://www.gazzettaufficiale.it/dettaglio/codici/ordinamentoMilitare
170DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 marzo 2010, n. 90
“Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma
dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246.”(GU Serie Generale n.140 del 18-06-2010 - Suppl. Ordinario n. 131)note: Entrata in vigore del provvedimento:
9/10/2010.https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2010/06/18/010G0091/sg
disimpegnare il servizio prigionieri di guerra, secondo le convenzioni internazionali di Ginevra.
In tempo di pace, in caso di gravi emergenze il Corpo Militare della
CRI svolge:
il soccorso sanitario di massa, attraverso l’impiego di reparti, unità e formazioni campali (Raggruppamenti e Gruppi Sanitari Mobili, Ospedali da campo attendati e baraccati, Treni ospedale, Posti di soccorso attendati e accantonabili per il pronto impiego di reparti di soccorso motorizzati);
il supporto della struttura dell’istituzione destinata ai servizi di protezione civile. A tal fine attende alla preparazione del personale e dei materiali necessari per assicurare un efficiente contributo al funzionamento dei servizi di mobilitazione171.
3.2.3 Una possibile soluzione per incrementare il personale sanitario In caso di necessità, o di emergenza, questa pandemia ha dimostrato quanti rimedi possono essere posti per fronteggiare le lacune operative del nostro Sistema Sanitario Nazionale. I bandi per manifestazione di interesse e i contratti a tempo determinato ne sono una prova. Ma, è possibile avere del personale di riserva, anche in tempi di apparente calma, come fanno ormai da tempo le Forze Armate Italiane? La soluzione potrebbe essere rappresentata da elenchi di personale, nelle varie qualifiche sanitarie, a disposizione dell’amministrazione dei vari nosocomi. Questo personale potrebbe rientrare nel “ruolo volontario ospedaliero” in tempo di calma, una modalità già esistente e da me praticata al completamento del mio percorso di studi presso la Struttura Complessa di Fisiokinesiterapia del A.O.U. OO.RR. San
Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona. L’iscrizione al ruolo era di 6
171www.difesa.it/Content/Manifestazioni/2giugno/2009/LaRivistaMilitare/Pagine/CpCorpoMilitar eCRI.aspx;
mesi e prevedeva la consegna di documentazione presso l’amministrazione nosocomiale, quale: l’attestazione di conseguimento del titolo di studio, l’iscrizione all’albo di riferimento e un’assicurazione professionale con massimale indicato dall’azienda ospedaliera.
Nei bandi per manifestazione di interesse della prima ondata pandemica, sia nazionali che locali, abbiamo assistito alla partecipazione di numerosi sanitari, provenienti da ogni parte della penisola, con tutto ciò che ne deriva per la compilazione degli elenchi e per i tempi della macchina organizzativa e logistica (vitto e alloggio personale).
Questa lista di volontari ospedalieri, in caso di necessità o emergenza, può essere utilizzata per stipulare contratti lavorativi come quelli proposti in pandemia. La lista può essere composta da personale sanitario posto in quiescenza (pensione), da neolaureati (molti nosocomi sono sede di corsi di laurea) e da liberi professionisti presenti sul territorio.
I vantaggi di questa lista sono:
avere un bacino di professionalità sanitarie disponibile in tempi rapidi, immettendo in servizio il neo personale per un primo turn over, ovvero, riuscendo a sopperire momentaneamente all’emergenza e dando il tempo di poter reperire nuovo personale tramite bando;
nel caso del personale in quiescenza, questi conoscono le modalità lavorative del nosocomio, il personale in servizio, i reparti;
nel caso dei neo laureati, questi con il volontariato ospedaliero in tempi di calma, hanno possibilità di effettuare
esperienza lavorativa (gratuita) e trascriverla sul curriculum, nel frattempo di una loro collocazione nel mondo lavorativo.
3.2.4 Una possibile soluzione per ampliare e potenziare le strutture sanitarie
Come descritto dal Decreto – Legge 17 marzo 2020, n. 18, sono menzionati articoli che riguardano l’ampliamento ed il potenziamento della sanità da un punto di vista strutturale. L’art. 4 autorizza ad attivare aree sanitarie anche temporanee, sia all’interno che all’esterno delle strutture di ricovero, e ad iniziare lavori di ampliamento delle strutture stesse; l’art. 6 autorizza ad eventuali requisizioni di beni mobili ed immobili; l’art. 9 prevede il potenziamento delle strutture della Sanità militare. Tutto questo però ha un costo.
Una soluzione è rappresentata da una possibile collaborazione con la Protezione Civile e le sue componenti, come la Croce Rossa. La macchina della Protezione Civile è abituata all’operatività in caso di necessità e fornisce supporto, in qualsiasi scenario, sia logistico che di risorse umane. Ampliare un nosocomio con strutture mobili implica un enorme risparmio per l’azienda sanitaria, la quale può utilizzare le risorse economiche per la cura dei pazienti e l’acquisto di presidi medici.
Figura 11. Dispiegamento dell'ospedale da campo della Croce Rossa Italiana presso il Presidio Ospedaliero S. Francesco di Nuoro, a cui hanno preso parte i militari CRI del Centro di Mobilitazione Sardegna, gli operatori del Comitato Regionale CRI Sardegna, con il concorso della Protezione civile Regionale.
Figura 12. Interno ospedale da campo CRI presso Presidio Ospedaliero di Nuoro.
Un grande apporto, sia logistico che di preparazione scientifica, può essere dato dalla Croce Rossa e nello specifico dal Corpo Militare, non necessariamente in emergenza ma in preparazione ad una eventuale necessità.
Oltre a fornire strutture attendate, può fornire formazione e conoscenze scientifiche nell’ambito NBCR (Nucleare, Batteriologico, Chimico, Radiologico) per mezzo dei suoi istruttori altamente qualificati, al fine di operare in sicurezza anche in caso di contaminazione di qualsiasi genere. Questa branca del soccorso è caratterizzata da conoscenze, procedure (modalità di decontaminazione), attrezzature ed equipaggiamenti (DPI) profondamente diversi da quelli normalmente utilizzati. Tutto ciò potrebbe risultare utile a tutti gli operatori sanitari del mondo civile, potenziandone la risposta, e questa pandemia è stata la conferma della necessità di sapersi muovere in un ambiente contaminato. Anche le Forze armate possono fornire questo tipo di formazione, infatti la Scuola Interforze per la difesa NBC, che ha sede presso la Caserma “Verdirosi” di Rieti, costituisce il “Polo Interforze per la Difesa NBC” con la missione di:
specializzare nel settore CBRN il personale delle Forze Armate e dei Corpi Armati dello Stato nonché dei Dicasteri e delle organizzazioni civili coinvolte in materia;
elaborare direttive e procedure di impiego nonché fornire pareri e consulenze in campo CBRN;
promuovere ed ospitare convegni, seminari e conferenze tematiche finalizzate ad accrescere e mantenere viva ed aggiornata la sensibilità del Paese sulle problematiche connesse al rischio CBRN;
mantenere rapporti con Università ed Enti scientifici per lo sviluppo di attività di insegnamento e di aggiornamento sulle tematiche CBRN;
partecipare con propri rappresentanti ai Gruppi di Lavoro
NATO che si occupano di questioni CBRN172.
Figura 13. Nucleo di Decontaminazione NBCR del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, durante una simulazione esplicativa in occasione del XX Convegno Nazionale degli Ufficiali Medici e del Personale Sanitario CRI tenutosi a Prato dal 20 al 23 settembre 2018.
172www.difesa.it/SMD_/EntiMI/ScuolaNBC/Pagine/default.aspx;
Figura 14. Operatori NBCR del Corpo Militare della CRI durante le fasi di decontaminazione di un paziente.
3.3 Una possibile soluzione al distanziamento fisico
nell’assistenza sanitaria
Come visto nel capitolo precedente, il Governo ha messo in atto tramite l’art. 1 dell’Ordinanza del 19 marzo 2020, n. 651, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile173, la possibilità per l’assistito di chiedere al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del numero di
ricetta elettronica tramite i comuni mezzi di comunicazione, mentre la
173Ocdpc n. 651 del 19 marzo 2020. “Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione
FIMMG ha consigliato di effettuare il triage telefonico in caso di sintomi influenzali, in modo da prendere le misure del caso e consigliare al meglio il paziente. Questi provvedimenti hanno incentivato la medicina a distanza, ma è solo l’inizio. L’utilizzo di comunicazioni alternative, non più solo visite in presenza, possono non solo limitare i contatti favorendo il distanziamento fisico e quindi eventuali contagi, ma favorire il confronto medico/paziente, semplificandolo e rendendolo più semplice, agile e frequente. Logicamente la visita in presenza rimane la soluzione d’elezione.
La Telemedicina rappresenta la soluzione auspicata per limitare il contagio nel rapporto sanitario/paziente e tutto ciò che ne comporta come vantaggi: fruibilità e continuità della comunicazione tra i diversi attori, diminuzione delle spese, supporto alla dimissione protetta ospedaliera, riduzione delle ospedalizzazioni dei malati cronici, minor ricorso ai ricoveri in casa di cura e di riposo degli anziani, riduzione della mobilità dei pazienti alla ricerca di miglior cure174.Nell’art. 3 dell’Ordinanza 19 marzo 2020, in precedenza citata, il Governo ha intimato il potenziamento delle reti tele-comunicative alle imprese autorizzate a fornire reti e servizi di comunicazione elettronica175. Laleh Jalilian, assistente clinica presso l’Università della California di Los Angeles, e i colleghi hanno condotto uno studio retrospettivo non randomizzato su 90 pazienti in Telemedicina per un periodo che comprendeva i mesi pre e post-pandemia, da agosto 2019 a giugno
- “I pazienti hanno ricevuto 159 video-consulenze per il trattamento del dolore. Questo ha fatto risparmiare per ogni paziente,
nel giro di tre appuntamenti, 100 dollari fra spese e ore di permesso
174Telemedicina – Linee di indirizzo nazionali 2012, Ministero della Salute, op. cit.;
- 175. Ocdpc n. 651 del 19 marzo “Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione
non retribuite. Lo studio indica che all’inizio è meglio effettuare la visita in presenza. Di seguito, una volta che hanno creato un rapporto con i medici, le visite di follow up possono avvenire efficacemente tramite la Telemedicina, che consente, allo stesso tempo, di mantenere il rapporto medico-paziente e di avere performance di qualità. Si ritiene che il 50% delle visite possano essere condotte in Telemedicina. Questo ha permesso ai pazienti di evitare un viaggio di andata e ritorno pari a una media di 116 km, di risparmiare circa 155 minuti, 8 dollari di benzina e parcheggio per ogni viaggio, e di non perdere 89 dollari di ore di permesso non retribuite. Il 98% dei pazienti si è dichiarato di essere soddisfatto delle visite virtuali. Questa epoca di interazioni senza contatto e distanziamento sociale ha davvero accelerato l’adozione della Telemedicina, ma anche prima della pandemia la soddisfazione dei pazienti era costantemente elevata”.176
Per poter esercitare attività di Telemedicina, le strutture/operatori devono essere accreditati/autorizzati dalla regione o dalle province autonome. Questo può rappresentare un limite perché non tutti gli operatori o le strutture hanno le autorizzazioni per piattaforme accreditate/autorizzate o sono Centro Erogatore. Difficoltà si presenta anche per l’utente, specialmente anziano, che non ha molta dimestichezza con il computer e gli altri dispositivi digitali e figuriamoci per l’utilizzo di una piattaforma. Tutto ciò può essere superato con la modalità della Teleassistenza. Per Teleassistenza, si intende un sistema socio-assistenziale per la presa in carico della persona anziana o fragile e diversamente abili a domicilio, tramite la gestione di allarmi, di attivazione di servizi di emergenza, di chiamate
di “supporto” da parte di un centro servizi. La Teleassistenza ha un
176 Laleh Jalilian, M.D., “Telemedicine saves chronic pain patients time and money. American
Society of Anesthesiologists”. Presented at the ANESTHESIOLOGY 2020 Annual Meeting;
contenuto prevalentemente sociale, con confini sfumati verso quello sanitario, con il quale dovrebbe connettersi al fine di garantire la continuità assistenziale. Non rivolgendosi all’ambito sanitario, ma a quello socio-assistenziale, non sarà oggetto di queste Linee di Indirizzo. La medicina a distanza non è solo il rapporto medico/paziente, ma può essere usato anche per le altre figure sanitarie, come in riabilitazione.
3.3.1 progetto teleassistenza 2020 reparto A.B.A.della Fondazione
Peppino Scoppa O.N.L.U.S.
L’emergenza Covid-19 ha indotto la sospensione di numerose prestazioni sanitarie, sia domiciliari che residenziali, per il pericolo del contagio, lasciando numerose famiglie senza un sostegno alle disabilità. La Fondazione Peppino Scoppa, diretto dalle Dott.sse Alessandra e Amalia Scoppa, ha avviato un progetto pilota di Teleassistenza per supportare i bambini presenti all’interno delreparto ABA (Applied Behavioral Analysis – Analisi Applicata del Comportamento), con sindrome dello spettro autistico e altre disabilità intellettive, impiegando le tecnologie di uso comune, le quali si sono rivelate il miglior strumento per non interrompere il percorso riabilitativo e dare un sostegno alle famiglie. Questo progetto ha prodotto dei dati che sono stati analizzati e racchiusi in un studio scientifico177.
Il team multidisciplinare è composta da:
Dott.ssa Valeria Rizzano, Neuropsicomotricista, Master ABA I°
livello;
177Rizzano V., Coppola M., Gargano A., Scoppa G.. “Assistenza specialistica in multimediale. Così la disabilità si riorganizza nel periodo della quarantena forzata da Coronavirus.” Progetto Teleassistenza 2020 Reparto ABA della Fondazione Peppino Scoppa Onlus;https://www.fondazionepeppinoscoppainrete.it/presentazioneautismo.html
Dott.ssa Mariateresa Coppola, Neuropsicomotricista, Master
ABA I° livello;
Dott.ssa Antonella Gargano, Logopedista, Master ABA I°
livello;
Dott.ssa Giovanna Scoppa, Psicologa, Master ABA I° livello.
Hanno partecipato al progetto 6 bambini con disturbo dello spettro autistico di età compresa tra i 6 e gli 8 anni. Le chiamate avvenivano via skype o via whatsapp da parte dei genitori ai vari operatori del team ogni qualvolta (dal lunedì alla domenica) avvenivano comportamenti problematici o situazioni di difficoltà. In aggiunta due volte a settimana veniva effettuata una videochiamata dalla psicologa del team ABA per monitorare le routine familiari e dei piccoli. La variabile dipendente misurata nello studio è il numero di emissioni dei singoli comportamenti in ogni giornata. Per la valutazione sono state prese in considerazione la quantità di comportamenti emessi nell’arco della giornata; la quantificazione di tali comportamenti veniva fatta dai genitori compilando l’apposita scheda e segnando con una “x” il tipo di comportamento ogni qualvolta si verificasse. Lo studio tiene conto di due periodi. Il primo periodo, dal 10 al 20 marzo, è stato chiesto ai genitori di compilare un elenco giornaliero in cui venivano descritte e quantificate le tipologie di problematiche e il loro grado di stress genitoriale. Dai risultati di questo primo periodo è emerso come le problematiche all’inizio della sospensione del trattamento erano minori e nei successivi giorni sono aumentate notevolmente e di conseguenza un aumento del grado di stress dei genitori, riconducibile all’impossibilità di trovare i giusti strumenti per aiutare i propri figli, sentendosi inadeguati. Dopo la valutazione di questo periodo si è deciso di procedere sui comportamenti rilevati. I genitori contattavano le terapiste più volte al giorno, ogni qual volta si presentavano le
difficoltà, in modo da ricevere strumenti, suggerimenti e procedure per poter abbassare il numero di eventi. Queste soluzioni erano già state adottate in passato nei trattamenti ambulatoriali e venivano rimodulate tenendo conto delle difficoltà attuali e dell’ambiente in cui si trovava il bambino. Nel secondo periodo (11 giorni dopo il 20 marzo 2020) si nota che, nonostante il trattamento, nei primi giorni i comportamenti sono rimasti costanti fino a calare poco dopo. Contemporaneamente si è assistito ad una riduzione dello stress genitoriale. I genitori hanno evidenziato come essendo supportati si sentissero molto più adeguati. Nelle conclusioni il buon lavoro impostato dalle terapiste ha indotto una riduzione di tutte le problematiche evidenziate dai genitori durante la prima fase. Altro punto di forza è stato quello di aver riscontrato una buona acquisizione di tutte le abilità da parte del bambino che in questo modo è stato più facile generalizzare tramite le figure genitoriali in ambiente domestico. Un punto di debolezza è la mancanza di contatto fisico bambino/terapista, sostituito a pieno dai genitori che hanno saputo mettere in atto, con costanza e precisione, tutti i suggerimenti del team.
3.3.2 La mia esperienza nella fisioterapia a distanza
In fisioterapia il rapporto terapeutico è fatto in gran parte da contatto fisico e all’inizio del Lockdown è stato difficile proseguire, sia per mezzo delle regole imposte per il distanziamento, sia per la paura di contrarre il virus. Col passare dei giorni però, sia per il vuoto creato dalla mia assenza, in quanto diventato figura di riferimento per la loro patologia, sia per la mancanza della seduta fisioterapica in sè, i pazienti hanno espresso la volontà di proseguire una forma di contatto in quanto avvertivano un senso di disagio, sentendosi soli e sprovveduti. Si è cercato di proseguire il lavoro precedentemente
impostato in ambulatorio e domicilio, cercando di favorire gli esercizi più semplici per pazienti e caregiver, ma che potessero limitare complicanze da immobilità. I contatti si sono susseguiti con cadenza di uno al giorno per ogni paziente, in un orario fisso, per mezzo di chiamate telefoniche, videochiamate skype o social e messaggistica. Quando è stato possibile riprendere le sedute in presenza, i pazienti hanno riferito di non aver avvertito in maniera eccessiva il distacco, si sono sentiti seguiti e non abbandonati.
3.4 La possibile soluzione per l’autosufficienza nella produzione di dpi e presidi per ventilazione
L’Italia, spinta dall’onda emozionale e dalle necessità di intervento, ha saputo dimostrarsi piena di ingegno, in grado di rimboccarsi le maniche per cambiare ed innovarsi. Ma una volta terminata l’emergenza tutto ciò non dovrà finire, anzi potrà essere spunto per nuove produzioni e nuove possibilità lavorative. La Salute deve essere considerata un obiettivo strategico per il nostro paese e come tale bisogna garantire un apporto industriale a tale settore, per la produzione di DPI e strumentazioni. Una volta prodotti, creare dei siti di stoccaggio o incaricare ogni azienda ospedaliera di avere delle proprie riserve, che possano essere rimpiazzate consumando le vecchie scorte man mano. Nel nostro settore produttivo industriale esistono aziende a partecipazione statale che riforniscono settori considerati strategici dallo Stato. Per esempio Finmeccanica, al suo interno, ingloba la Leonardo Company, settore strategico che progetta e produce attrezzature e mezzi per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza. Nella struttura azionariato dell’azienda il Ministero dell’economia e delle Finanze detiene il 30,2%178. Il settore militare,
come si vede, è considerato più strategico della Sanità, questo perché
178https://www.leonardocompany.com/it/investors/stock-info/shareholders-base;
dal 2001, dall’11 settembre 2001, siamo stati assuefatti dalla necessità di difenderci dalla minaccia terroristica e questo ha tenuto accesi i riflettori sul settore bellico. Ma ora ci siamo resi conto che nulla può essere tralasciato o lasciato al caso, come il settore sanitario e le sue forniture. Purtroppo l’inquinamento e l’occupazione da parte dell’uomo di nuovi ambienti, per il suo aumento demografico, ci esporrà a nuove minacce biologiche nel tempo e non bisogna farsi trovare impreparati.
CONCLUSIONI
Stilare questa tesi non è stato un lavoro semplice, infatti nel destreggiarmi tra i tanti DPCM e Decreti Legge emanati in emergenza, e nell’affrontare ognuno di essi, ero indotto a individuare quali passaggi erano stati percorsi in precedenza per arrivare a tali conclusioni giuridiche. Ho cercato di essere il più oggettivo possibile, non cadendo in nessuna critica o giudizio politico, ma cercando di contribuire nel mio piccolo, suggerendo delle possibili soluzioni da affiancare alle disposizioni già prese dagli organi di Governo. La tesi ha ripercorso dall’inizio la situazione in Italia,dal periodo ante Covid, passando per la piena pandemia, fino ad arrivare alla parte della messa in campo delle azioni per fronteggiare l’emergenza. Azioni che non devono essere accantonate una volta terminata l’emergenza, anzi possono essere solo migliorate e migliorative per il SSN.
La Sanità non deve essere vista come qualcosa da violentare, da deturpare, da rubare. La Sanità è indice, come l’Istruzione, del grado di evoluzione di un paese e come tale va preservata, trattata come un settore strategico della nazione. Dove non c’è salute non c’è progresso, non c’è economia, perché l’economia si basa sulla salute dei propri attori economici. Alla Sanità bisogna guardare con più rispetto perché è il rifugio di quando la nostra salute inizia a non essere più la stessa. E non c’è bisogno di chiamare angeli gli operatori sanitari, in fondo, fanno solo il loro lavoro come tutti, in silenzio, dietro maschere, scafandri, camici, per turni interi senza conoscere tregua. Ma si vede che forse, prima, non erano tali perché dimenticati, come del resto la Sanità, vista come un buco nero finanziario, in grado di assorbire solo fondi pubblici e gravare sui bilanci.
La Sanità è lavoro, è specialità, è menti eccelse, è sacrificio, è indotto. È economia, non speculazione!
BIBLIOGRAFIA
- Allegato 2. Teleconsulenze fisioterapiche, “Sintesi delle Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina approvate dal Consiglio Superiore di Sanità del 10 luglio 2012 e adattamento allo specifico dei teleconsulti fisioterapici. Documento congiunto AIFI” – Commissioni di Albo dei Fisioterapisti, Aggiornamento della Nota sulla Rimodulazione degli Interventi Fisioterapici nell’Emergenza Covid-19, aggiornato al DPCM 10 aprile 2020 – revisione del 20/04/2020;
- Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, “Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del SSN, anno 2017.” Attività editoriali Ministero della Salute, Direzione Generale della Digitalizzazione del Sistema Informativo Sanitario e della Statistica, Ufficio di Statistica;
- Bilancio 2019, Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer. “La ricerca scientifica, sostegno attività sanitaria e aggiornamento tecnologico”;
- Bilancio 2019, Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer. La raccolta fondi 2019;
- Chaolin Huang, MD, Yeming Wang, MD, Prof.Xingwang Li, MD, et al.. Clinical features of patients infected with 2019 novel coronavirus in Wuhan China. The Lancet,volume
395,issue 10223, p497-506, February 15,2020.;
- COCIR Telemedicine Toolkit march 2010 (European Coordination Committee of the Radiological, electromedical and Health Care IT Industry);
- Commissione Permanente sull’Innovazione Tecnologica nelle Regioni e negli enti Locali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli Affari Generali, Telemedicina:
Reference Book sulla Telemedicina e Teleassistenza con particolare riferimento ai territori isolati, 2007 (bozza);
- Comunicazione della Commissione al parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sulla Telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società, Bruxelles, 4 novembre 2008 COM.
- Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, concernente l’Agenda Digitale Europea/*COM/2010/0245 def.*/del 26 agosto 2010;
10.Conferimento diretto del grado di ufficiale di complemento, art.
674, Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 Codice
dell’Ordinamento Militare;
11.Covid-19: raccolta fondi per l’emergenza. Regione Campania, Unità di Crisi Regionale per la realizzazione di misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Aggiornamento al 24/08/2020;
12.De Angelis L., Simoncelli G., Bevilacqua F., Lavoro agile in situazioni emergenziali. “Applicazione di un modello “ibrido” tra lavoro agile e telelavoro. Inail 2020.” Stampato dalla Tipolitografia Inail di Milano, Edizione 2020. Grafica ed Editing: D.G. Cogliani, F. Ceruti;
13.Documento congiunto AIFI – Commissioni di Albo dei Fisioterapisti, Aggiornamento della Nota sulla Rimodulazione degli Interventi Fisioterapici nell’Emergenza Covid-19, aggiornato al DPCM 10 aprile 2020 – revisione del 20/04/2020;
14.Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale - Roma, 17 giugno 1997, numero 139, Decreto Legislativo 30 aprile 1997, n. 165, art. 3 “Ausiliaria”;
15.Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale - Roma, 23 febbraio 2020, anno161°, numero 45;
16.Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Edizione
Straordinaria - Roma, 17 marzo 2020, anno161°, numero 70;
17.Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale - Roma, 21 marzo 2020, anno161°, numero 74;
18.Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale - Roma, 25 marzo 2020, anno161°, numero 79;
19.Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale - Roma, 28 marzo 2020, anno161°, numero 82;
20.“Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria”, Rapporto n.6, luglio
- Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento
della Ragioneria Generale dello Stato;
21.Jasper Fuk-Woo Chan,MD,Shoufeng Yuan,PhD,Kin-Hang Kok,PhD, et al. “A familiar cluster of pneumonia associated with the 2019 novel coronavirus indicating person-to-person transmission:a study of a family cluster” The Lancet,volume
395,issue 10223,p514-523,February 15,2020;
22.Laleh Jalilian, M.D., “Telemedicine saves chronic pain patients time and money. American Society of Anesthesiologists.” Presented at the ANESTHESIOLOGY 2020 Annual Meeting;
23.Linee Guida Tecniche per lo sviluppo della Telemedicina orientata alle buone pratiche proposte dall’Osservatorio Nazionale e-care;
24.Ministère de la Santé et de Sports – Journal Officiel de la Rèpublique Francaise, Décret n° 2010-1229 du 19 actobre 2010 relatif à la Télémedicin;
25.Parere del Comitato Economico e Sociale Europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale Europeo e al
Comitato delle Regioni sulla Telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e delle società, 23 dicembre 2009;
26.Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, Ministero della Salute;
27.Piedepalumbo L., “Come costituire fondazione Onlus”.
28.Rizzano V., Coppola M., Gargano A., Scoppa G.. “Assistenza specialistica in multimediale. Così la disabilità si riorganizza nel periodo della quarantena forzata da Coronavirus.” Progetto Teleassistenza 2020 Reparto ABA della Fondazione Peppino Scoppa Onlus;
29.Telemedicina – Linee di indirizzo nazionali 2012, Ministero della Salute;
30.Vasentini I., Coronavirus, Ferrari e Marelli pronte ad aprire le fabbriche alla produzione di respiratori. Il Sole 24 ore.
SITOGRAFIA
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www.lavoroefinanza.soldionline.it; www.fondazionemeyer.it; www.difesa.it; www.leonardocompany.com;
INDICE DELLE FIGURE
Figura 1. Quote premiali. ................................................................. 16
Figura 2. Finanziamento del SSN a carico dello Stato. .................... 18
Figura 3. Finanziamento corrente a carico dello Stato, 2001-2019. Valori in miliardi di euro.................................................................. 18
Figura 4. Tenda pre-triage al nosocomio S. Maria Incoronata dell'Olmo di Cava de'Tirreni (SA). ................................................... 57
Figura 5. Montaggio Drive-in per esecuzione dei tamponi in modalità drive/walk-through a Salerno. .......................................................... 58
Figura 6. Drive-in completato: il personale sanitario dell'ASL Salerno e della Polizia di Stato eseguono le ultime operazioni di check list prima dell'ingresso delle auto nel percorso dedicato. ....................... 58
Figura 7. Drive-in completato. ......................................................... 59
Figura 8. Drive-in del Distretto Sanitario di Cava de'Tirreni per esecuzione tamponi in modalità drive/walk-through. ........................ 59
Figura 9. Maschera da snorkeling della decathlon ai pazienti malati di coronavirus all'Ospedale Maria Pia di Torino. ............................ 75
Figura 10. La maschera Easybreath modificata per operatori sanitari
......................................................................................................... 76
Figura 11. Dispiegamento dell'ospedale da campo della Croce Rossa Italiana presso il Presidio Ospedaliero S. Francesco di Nuoro, a cui hanno preso parte i militari CRI del Centro di Mobilitazione Sardegna, gli operatori del Comitato Regionale CRI Sardegna, con il concorso della Protezione civile Regionale. ..................................... 92
Figura 12. Interno ospedale da campo CRI presso Presidio
Ospedaliero di Nuoro. ...................................................................... 92
Figura 13. Nucleo di Decontaminazione NBCR del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, durante una simulazione esplicativa in occasione del XX Convegno Nazionale degli Ufficiali Medici e del
Personale Sanitario CRI tenutosi a Prato dal 20 al 23 settembre 2018.
......................................................................................................... 94
Figura 14. Operatori NBCR del Corpo Militare della CRI durante le fasi di decontaminazione di un paziente. .......................................... 95